Luigi Di Maio contro i suoi, strappi nel Movimento per l'ex Ilva
La vicenda dello stabilimento di Taranto potrebbe mettere in crisi il governo
Luigi Di Maio, intervenuto nella riunione per il futuro dell’ex Ilva al Ministero dello Sviluppo Economico di via Veneto, avrebbe dichiarato, secondo quanto riporta Il Messaggero: “Allora, ora basta: se il gruppo si spacca sull’Ilva, ne prendo atto politicamente e si ritorna al voto. Io non vado avanti così. E non mi faccio mancare di rispetto in questo modo”.
“Era paonazzo, mai visto così: una furia“, avrebbe raccontato un testimone al quotidiano romano. Il capo politico del Movimento 5 Stelle si sarebbe scagliato contro un suo deputato, il tarantino Gianpaolo Cassese, che si sarebbe pronunciato poco prima contro un decreto legge con dentro lo scudo penale.
“Tu, ma come ti permetti? Su questo dossier, quando ero ministro dello Sviluppo economico, ho dato il massimo”, avrebbe urlato, stando a quanto riportato da Il Messaggero. E ancora: “I funzionari del Ministero lavorarono giorno e notte a una soluzione”. Dopo la sfuriata, Luigi Di Maio avrebbe lasciato la sala.
Un abbandono che potrebbe essere spia di una crisi pentastellata che va oltre il futuro del principale polo siderurgico europeo, e che, sottolinea il quotidiano, potrebbe essere destinata a esplodere nei prossimi giorni, portando magari a una crisi di governo.
Nel salone del Mise, oltre al nuovo padrone di casa Stefano Patuanelli, si sono riuniti anche il collega per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà, il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, il sottosegretario di Palazzo Chigi con delega alla Programmazione economica Mario Turco e una delegazione di parlamentari pugliesi 5s.
Un summit di governo che avrebbe messo a dura prova il Movimento 5 Stelle, con un clima teso che potrebbe avere ripercussioni in Senato. Dopo l’abbandono di Elena Fattori, basterebbero altri 7 dissidenti per alimentare una corrente del Gruppo Misto che potrebbe staccare la spina al governo.