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Curare il Covid con gli antinfiammatori riduce i ricoveri del 90%: cosa dicono gli studi sulla terapia precoce

Gli antinfiammatori somministrati in terapia precoce contro il Covid possono ridurre del 90% le ospedalizzazioni. Ecco lo studio

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Gli antinfiammatori somministrati durante la terapia precoce per curare il Covid-19 possono ridurre le ospedalizzazioni del 90%. È quando dimostra uno studio pubblicato venerdì 26 agosto su ‘Lancet Infectious Diseases’.

Lo studio sugli antinfiammatori contro il Covid-19

Lo studio è stato pubblicato su ‘Corriere della sera’.

Le modalità con cui l’infezione da Sars-CoV-2 manifesta lo stato infiammatorio non sono ancora del tutto chiarite, ma ciò che è evidente è che in 2 anni di pandemia del Covid-19 la comunità scientifica è riuscita a comprendere che ad uccidere i pazienti non è il virus, bensì l’infiammazione che ne deriva, tecnicamente detta flogosi.

AntinfiammatoriFonte foto: iSTOCK
Gli antinfiammatori possono ridurre del 90% i ricoveri Covid

Per questo gli scienziati sono concordi nel fatto che un intervento precoce sul paziente può spegnere l’infezione. Lo studio pubblicato su ‘Lancet Infectious Diseases’ è il risultato di un ampio lavoro, a sua volta frutto di intense ricerche.

Lo studio è stato condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’ e dall’ASST ‘Papa Giovanni XXIII’ di Bergamo, ed è firmato da Giuseppe Remuzzi, Fredy Suter, Norberto Perico e Monica Cortinovis.

Gli autori sopra citati hanno messo insieme i dati raccolti tra il 2020 e il 2021 su circa cinquemila pazienti.

La terapia precoce: cos’è e quali sono i farmaci

Lo studio si rivolge soprattutto a forme lievi dell’infezione, quindi alle manifestazioni che non richiedono il ricovero. In poche parole, se su pazienti che accusano forme moderate della malattia si applica una terapia precoce a base di antinfiammatori, specialmente i Fans (non steroidei).

Gli autori si sono soffermati specialmente sugli inibitori selettivi della ciclossigenasi (Cox-2), l’enzima che interessa diverse patologie. Tra questi inibitori sono stati individuati il Nimesulide e il Celecoxib, particolarmente efficienti nel contrastare il Covid-19.

Ancora, è possibile applicare anche una terapia a base di aspirinaibuprofene. C’è da dire, inoltre, che i Fans sono in grado di contrastare anche l’enzima Cox-1, meno attinente con l’infiammazione da Sars-CoV-2 ma efficace per contrastare gli effetti collaterali dovuti al sovradosaggio dei farmaci.

I risultati e le previsioni

Secondo lo studio, con la somministrazione di antinfiammatori in terapia precoce contro il Covid-19 sarebbe possibile ridurre dell’80% gli accessi al pronto soccorso e le ospedalizzazioni, mentre le sole ospedalizzazioni si ridurrebbero dell’85-90%.

Ancora, il tempo di risoluzione dei sintomi si ridurrebbe dell’80% e, infine, la richiesta di integrazione di ossigeno addirittura sparirebbe al 100%.

Qualora si dovesse registrare un’ulteriore risalita della curva dei contagi da settembre in poi (qui il bollettino del 26 agosto 2022), la terapia antinfiammatoria proposta dallo studio potrebbe scongiurare la pressione sugli ospedali e, inevitabilmente, evitare i costi dei trattamenti.

È importante, infine, che la terapia precoce sia somministrata dai medici di famiglia.

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