Coronavirus, turbata gara Consip per mascherine: un arresto
Indagine della Guardia di Finanza, in manette un imprenditore
C’è stata una turbativa sulla prima gara bandita da Consip per l’acquisto e la fornitura di mascherine e di apparecchiature sanitarie per un valore complessivo di 258 milioni. In manette un imprenditore. Lo rende noto l’Ansa.
L’indagine lampo, durata poco meno di tre settimane, è stata condotta dalla Guardia di Finanza. L’arrestato, accusato di turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture dalla Procura di Roma, è il 41enne Antonello Ieffi.
Il lotto su cui è stata accertata la turbativa è relativo alla fornitura di 24 milioni di mascherine chirurgiche per un importo complessivo di 15,8 milioni di euro.
Le attività investigative sono scattate dopo una denuncia di Consip in merito a una serie di anomalie riscontrate nell’ambito della procedura della gara bandita d’urgenza per garantire l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali.
In particolare, il lotto n. 6 della gara, dell’importo di circa 15,8 milioni di euro, relativo alla fornitura di oltre 24 milioni di mascherine chirurgiche, è stato aggiudicato alla Biocrea Società Agricola a Responsabilità Limitata.
La società si era impegnata, tra l’altro, alla consegna dei primi 3 milioni di mascherine entro 3 giorni dall’ordine.
“Sin dai primi contatti con la stazione appaltante pubblica – recita una nota della Gdf -, Ieffi ha lamentato l’esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, asseritamente già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. Permanendo l’inadempimento alla data di scadenza prevista nel contratto per la prima consegna di mascherine, attraverso la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, veniva effettuata presso l’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun un’ispezione, che accertava l’inesistenza del carico dichiarato”.
Le indagini hanno fatto emergere che la società aveva “pregresse posizioni debitorie per violazioni tributarie, per oltre 150 mila euro nei confronti dell’Erario. Questa situazione comportava l’esclusione di Biocrea dalla procedura e l’annullamento in autotutela da parte di Consip”.
“Una indagine tempestiva, rapida ed efficace”, secondo il gip di Roma nell’ordinanza cautelare, che bolla la vicenda come “una puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine, che bene rende la capacità a delinquere del soggetto”.
Gli accertamenti hanno di dimostrato, inoltre, che la società fosse una “scatola vuota” destrutturata, caratterizzata da un vero e proprio stato di inoperatività, sintomatica della originaria e assoluta inidoneità della stessa, per totale assenza di dipendenti, strutture, mezzi e capitali, a far fronte alle obbligazioni nascenti da un contratto come quello originariamente aggiudicato.