Covid, il dramma degli anestesisti: devono scegliere chi intubare
Il virologo Giorgio Palù è d'accordo con l'ipotesi di un lockdown nazionale invocata dai medici: "Gli anestesisti devono già decidere chi intubare"
L’Ordine dei medici ha chiesto al governo di attuare un lockdown in tutto il Paese per evitare che la situazione precipiti negli ospedali. Allo stato attuale, come ricordato anche dal virologo Giorgio Palù ai microfoni di La7, anestesisti e rianimatori sono già di fronte a una scelta drammatica: decidere chi intubare e chi no.
Covid, la scelta degli anestesisti: chi intubare e chi no
Il virologo Giorgio Palù, interrogato sull’appello dell’Ordine dei medici che vorrebbe un lockdown nazionale, ha detto implicitamente di essere d’accordo, visto che “l’Ordine avrà considerato un aspetto fondamentale, ossia l’occupazione media delle rianimazioni“.
Si tratta di un aspetto “che dà un indice di saturazione del sistema sanitario”. Il problema – ha proseguito Palù – è che mediamente “abbiamo superato il 30% e significa che anestesisti e rianimatori, quelli che sono sul campo, sono costretti a fare scelte dolorose”.
Il virologo ha dunque esplicitato ancora di più il concetto: “Devono decidere chi intubare e chi no. Devono scegliere tra uno che ha il Covid-19 in progressione o un paziente cardiovascolare. Per questo l’Ordine ha invocato un nuovo lockdown”, anche se alcune Regioni “come il Veneto” non sono in situazioni critiche.
Covid, il suggerimento di Palù per evitare il collasso
Giorgio Palù ha quindi ricordato come i posti letto a inizio emergenza fossero 5 mila. “Non credo che siamo arrivati a 10 mila come annunciato da più parti, forse avremo 10 mila respiratori”.
Il problema principale, comunque, è che dopo la prima ondata “non abbiamo aumentato i posti letto al Sud. Un lockdown ci metterebbe a terra dal punto di vista economico, ma se non c’è modo di invertire la tendenza è inevitabile”.
Dunque, una proposta per ridurre la pressione sugli ospedali: “Se avessimo la possibilità di distinguere i soggetti positivi per sintomatici, asintomatici, paucisintomatici, con polmonite o con infezione progressiva potremmo curare alcuni pazienti a casa”.
Covid, cosa pensano gli anestesisti dell’ipotesi lockdown
Il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) Alessandro Vergallo ha spiegato che la prossima settimana “ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva, se il trend non muterà”.
“In attesa degli eventuali benefici derivanti dall’ultimo Dpcm – ha aggiunto -, che potranno però evidenziarsi non prima di 10 giorni, le terapie intensive sono già sotto pressione. A fronte di ciò, la proposta di lockdown nazionale è ragionevole”.