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Schettino potrebbe presto lasciare il carcere, si occuperà di digitalizzare processi: dalla Concordia a Ustica

L'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, potrebbe presto uscire dal carcere per un lavoro alla Discoteca di Stato

Pubblicato:

Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Torna a far parlare di sé nelle ultime ore Francesco Schettino, noto per la tragedia della Costa Concordia all’isola del Giglio che nel 2012 causò la morte di 32 persone. L’ex comandante della nave da crociera potrebbe infatti lasciare il carcere a breve, avendo maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative.

Francesco Schettino potrebbe presto lasciare il carcere

Francesco Schettino sta attualmente scontando al carcere romano di Rebibbia la pena a 16 anni di reclusione per il naufragio all’isola del Giglio della Costa Concordia, che causò la morte di 32 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio della nave da crociera.

Avendo scontato metà della pena, l’ex comandante della Concordia ha raggiunto lo scorso maggio il termine che gli permetterebbe di accedere alle misure alternative al carcere.

Lavoro fuori dal carcere per Schettino

Per Schettino si prospetta quindi una nuova vita lavorativa fuori dal carcere. Secondo quanto riporta Ansa, la direzione della casa circondariale romana ha già avanzato richiesta in tal senso.

L’ex comandante della Costa Concordia dovrebbe andare a lavorare alla Discoteca di Stato per occuparsi della digitalizzazione di alcuni grandi processi italiani, in particolare quello di Ustica. In questo modo Schettino potrebbe dare il suo “contributo alle Istituzioni”.

La nuova attività all’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi di Stato avrebbe già dovuto cominciare ma è slittata di qualche giorno, forse per problemi burocratici.

 La Costa Concordia affondò la sera del 13 gennaio 2012 al largo dell’isola del Giglio

Schettino si occuperà di digitalizzare processi

Il nuovo lavoro che attende Francesco Schettino è un tipo di attività che viene assegnata a detenuti ritenuti meritevoli e capaci e che abbiano i requisiti per accedere alle misure alternative.

Lo scopo di tale lavoro è di rendere immateriali testimonianze e atti giudiziari fondamentali risalenti a diversi decenni fa.

I detenuti ai quali viene accordata questa possibilità operano in un ambiente videosorvegliato nella casa circondariale: devono scansionare le carte che compongono i fascicoli degli atti dei processi nell’ordine preciso in cui le trovano, sotto la costante supervisione di archivisti-formatori.

Il contenuto scansionato delle carte e delle registrazioni audio viene poi inserito nella banca dati dell’Archivio di Stato di Roma.

FAQ

Come sono morti i passeggeri della Costa Concordia

La Costa Concordia naufragò la sera di venerdì 13 gennaio 2012 dopo aver impattato contro alcuni scogli davanti all'isola del Giglio. L'impatto provocò una grossa falla nello scafo: la nave da crociera si incagliò nel basso fondale, si inclinò su un lato e affondò parzialmente. Le 32 vittime persero la vita perché dopo l'ordine di evacuazione non trovarono posto a bordo delle scialuppe al ponte quattro, sul lato sinistro della nave. Mandate sul lato destro, molte di loro morirono annegate dopo essere precipitate in una zona allagata del ponte 4.

Che fine ha fatto la Costa Concordia

La Costa Concordia è stata demolita dopo il naufragio. È stata la nave dalle più grandi dimensioni di cui si sia mai realizzato il recupero: le operazioni di rimozione della nave richiesero mesi di lavoro. Riportata in galleggiamento e trainata da rimorchiatori, la nave lasciò l'isola del Giglio il 23 luglio 2014, diretta al porto di Genova, dove avvenne la demolizione. Lo smantellamento completo della nave si è concluso nel luglio 2017.

Fonte foto: ANSA

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