Concordia 10 anni dopo, il racconto di De Falco: "Avevo mandato i soccorsi, ma Schettino era già a terra"
Il racconto del comandante Gregorio De Falco della notte del Giglio e della celebre telefonata con Schettino
A dieci anni dal disastro della Costa Concordia, ricorre oggi il ricordo del naufragio davanti all’isola del Giglio, nel quale morirono 32 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Uno dei protagonisti dei fatti accaduti il 13 gennaio 2012, il comandante Gregorio De Falco, a capo della sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno, ripercorre oggi il racconto di quella notte.
Concordia 10 anni dopo, il racconto di De Falco: la sua testimonianza
Ora senatore del gruppo misto, fu lui che attivò e coordinò i soccorsi, ordinando al comandate della nave Francesco Schettino di risalire a bordo, in quella celebre telefonata diventata uno dei simboli della tragedia.
“Verso le 21.45 quella nave a 16 nodi puntava l’isola del Giglio, con una navigazione scellerata, avrebbe detto poi il procuratore capo di Grosseto” inizia così la testimonianza dell’ex comandante, poi eletto al Senato tra le file del M5s.
Concordia 10 anni dopo, il racconto di De Falco: la telefonata con Schettino
“Perché lo invito a tornarci” spiega nell’intervista all’Ansa, De Falco, parlando del famoso “Salga a bordo c….”. “Perché intanto avevo fatto mandare a bordo tre persone, tre aerosoccorritori – sottolinea il comandante. E però i soccorritori non conoscevano la nave, non avevano nemmeno una cosa che è fondamentale: cioè l’autorità per dare ordini”.
“Ecco perché, comunque, insistevo nel fare tornare quella persona ( il comandante Schettino, ndr) a bordo” è il chiarimento del senatore.
Il profilo della Costa Concordia la notte del naufragio
Concordia 10 anni dopo, il racconto di De Falco: la ricostruzione
L’ex comandante della Capitaneria di porto di Livorno è una delle figure centrali per la ricostruzione dei fatti accaduti la notte del 13 gennaio 2012.
“Ci arriva una telefonata dai carabinieri di Prato, alle 22.06, e ci dicono di aver ricevuto a loro volta una telefonata da una signora di Prato, la cui mamma è sulla Concordia” inizia così il racconto di De Falco.
Riuscita a mettersi in contatto con la nave solo mezz’ora dopo il naufragio, la Capitaneria di porto di Livorno parla con il comandante Francesco Schettino che però sminuisce sin da subito l’incidente non menzionando la falla creatasi nel lato sinistro della nave. A bordo la situazione precipita e alle 22:31 viene dato l’ordine di evacuazione, con i minuti successivi destinati ad entrare nella storia di questa tragedia.