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RITIRO PRODOTTI ALIMENTARI

Salame Strolghino ritirato per Listeria dai supermercati: quali sono i rischi e i sintomi in caso di consumo

Salame Strolghino ritirato dagli scaffali dei supermercati per presenza di Listeria: qual è il lotto, quali sono i rischi e cosa fare in caso di acquisto o consumo

Pubblicato:

Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Rischio microbiologico. Il Ministero della Salute ha reso noto di aver richiamato del salame dai supermercati. Si tratta del Cav. Umberto Boschi e il motivo è la presenza, in un lotto, di confezioni con il batterio Listeria Monocytogenes. Ecco cosa fare nel caso in cui si siano acquistate le confezioni nei supermercati e quali sono i rischi nel caso si sia consumato il prodotto in questione.

Qual è il lotto a rischio Listeria

Il Ministero della Salute ha disposto il ritiro di un lotto, considerato a rischio microbiologico, il 30 luglio 2024: riscontrata la presenza del batterio Listeria monocytogenes.

Quello che si sa è che il marchio di identificazione dello stabilimento è CE IT 1150 L e che il salame è stato prodotto da Cav. Umberto Boschi S.P.A., precisamente nello stabilimento di Felino, in provincia di Parma. Il lotto di produzione è:

  • PF2418501

Uno dei salami ritirati per rischio microbiologico

Tutte le confezioni del lotto sono di 200  grammi e hanno come data di scadenza il 31 ottobre 2024.

Cosa fare se si è acquistato il salame ritirato

Se avete acquistato il lotto in questione, la raccomandazione delle autorità sanitarie è di non consumarne il contenuto.

Anzi, va riportato al punto vendita per richiederne la sostituzione o il rimborso.

Cosa si rischia con la listeriosi

Tutti i dettagli sull’infezione da batterio Listeria monocytogenes – Listeriosi – sono riportati sul sito del Ministero della Salute.

Si tratta di un batterio molto diffuso nell’ambiente, in grado di resistere anche alle basse temperature.

Il rischio infezione riguarda soprattutto i soggetti fragili: donne incinte, anziani, neonati e persone immunodepresse, che potrebbero sviluppare una forma grave della malattia a prescindere dalle quantità di cibo contaminato ingerito.

Il consiglio è consumare i cibi dopo la cottura, visto che il batterio non sopravvive, e soprattutto tenerli separati da altri cibi durante le fasi di preparazione: il batterio, infatti, può comunque contaminare cibi già cotti.

Gli alimenti a rischio sono diversi, tra cui:

  • latte
  • verdura
  • formaggi molli
  • carni poco cotte
  • insaccati poco stagionati

Fonte foto: 123RF

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