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Sabrina Fina e Massimo Carandente in carcere dopo strage di Palermo: chi sono i conoscenti di Giovanni Barreca

Si chiamano Sabrina Fina e Massimo Carandente gli altri 2 arrestati per la strage di Palermo: avrebbero istigato Giovanni Barreca all'omicidio

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Sono Sabrina Fina e Massimo Carandente le due persone arrestate insieme a Giovanni Barreca per la strage di Palermo. I due soggetti, descritti come fanatici religiosi, avrebbero istigato Barreca a commettere l’omicidio della moglie e dei due figli, un’ossessione maturata durante incontri di preghiera in una chiesa evangelica. La coppia avrebbe inoltre partecipato materialmente ai delitti, spingendo la convinzione mistica del muratore. Fina e Carandente sono stati individuati grazie all’analisi dei telefoni di Barreca e delle testimonianze. Si tratta di un elemento fondamentale per le indagini attorno alla tragedia immane, in cui soltanto la figlia 17enne è sopravvissuta, ora affidata a una comunità.

Strage di Palermo, chi sono Sabrina Fina e Massimo Carandente

Sabrina Fina e Massimo Carandente avrebbero quindi istigato Giovanni Barreca e anche partecipato materialmente ai suoi delitti. Così come il muratore 54enne, che ha confessato gli omicidi della moglie e di due figli, per la coppia l’accusa è di omicidio plurimo e soppressione di cadavere.

I due fermati, originari di Palermo, sarebbero dei fanatici religiosi e avrebbero conosciuto Barreca durante incontri di preghiera in una chiesa evangelica, cementando un rapporto basato su ossessioni mistiche poi sfociate nell’orribile delitto.


Il delitto è avvenuto ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo

La coppia avrebbe istigato Giovanni Barreca

Alla base dell’omicidio di Angela Salamone, sua moglie, e i due figli Kevin ed Emanuel, 15 e 5 anni, ci sarebbe quindi una forte influenza da parte della coppia. Sarebbero stati loro ad alimentare l’ossessione di Barreca a proposito delle “presenze demoniache” nella sua casa, con l’urgenza di “liberarla”.

Un imperativo che, come è noto, si è tradotto nell’omicidio, per il quale Fina e Carandente avrebbero avuto anche un ruolo attivo e non solo d’istigazione.

Barreca reo confesso

Il delitto è stato concretizzato nella notte tra sabato 10 e domenica 11 febbraio. È stato il muratore a chiamare i carabinieri confessando: “Ho ucciso la mia famiglia. Venite a prendermi”.

Nella sua abitazione ad Altavilla Milicia, i militari hanno rinvenuto i cadaveri dei bambini, probabilmente strangolati, uno dei due legato a una catena. In un’altra stanza, i militari hanno trovato l’unica superstite della strage, la figlia di 17 anni, in stato di choc e ora affidata a una comunità.

In base ai rilievi, Barreca avrebbe ucciso la moglie tempo prima, per poi passare ai figli venerdì. I resti della donna sono stati trovati bruciati e sepolti vicino all’abitazione. Dopo la confessione e l’arresto, le indagini si sono concentrate sui telefoni cellulari e su alcune testimonianze, elementi che hanno ricondotto le forze dell’ordine alla coppia arrestata, accusata di complicità nei delitti.

Fonte foto: ANSA

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