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Roberto Vannacci scrive una lettera a Paola Egonu dopo la querela: "La stimo come sportiva e italiana"

Roberto Vannacci scrive una lettera a Paola Egonu dopo la denuncia. "Incomprensioni" dice il generale e propone un incontro per avere l'autografo

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Roberto Vannacci fa un passo indietro sulle parole rivolte alla pallavolista Paola Egonu nel suo primo libro Il Mondo al Contrario. Dopo la querela, ha deciso di scrivere una lettera rivolta alla campionessa a pochi mesi dalla data fissata per l’udienza. Non si tratta di una vera e propria lettera di scuse, il generale infatti parla di “incomprensioni” e non di parole offensive.

Vannacci scrive una lettera a Egonu

Il 14 luglio si terrà l’udienza del caso Vannacci-Egonu, dopo la denuncia della pallavolista. Il generale, all’avvicinarsi della data, ha deciso di scrivere una lettera. Non sono scuse, ma un tentativo di chiarire le parole scritte nel libro Il Mondo al Contrario.

Vannacci scrive che, a seguito delle “incomprensioni” che si sono verificate, è il tempo di fornire un’interpretazione autentica. Nella lettera il generale usa la stessa retorica che ha cercato di portare su altre dichiarazioni che hanno generato la critica dell’opinione pubblica, come quelle in merito agli studenti disabili (che lo ha visto criticato da molti, come la campionessa Bebe Vio), alle persone omosessuali (sul tema si è scontrato con Alessandro Zan) e ancora quelle con i capelli rossi definiti non normali.

 Paola Egonu

Cosa c’è scritto nella lettera?

Nella lettera di Vannacci a Egonu si possono trovare altre parole rischiose, che non mettono in salvo il generale. Dopotutto lo aveva detto lo scorso marzo: “Non mi scuserò, non l’ho offesa” e la linea è rimasta quella.

Un passaggio che potrebbe risultare un autogol per Vannacci è il seguente: “Senza alcuna intenzione offensiva, ritengo che le diversità e le differenze di religione, di cultura, di origini, di etnia rappresentino una ricchezza per la società e non vadano travisate con la discriminazione. Non ho mai avuto dubbi sulla sua cittadinanza italiana e sono personalmente e convintamente fiero che lei rappresenti il nostro tricolore con la sua eccellenza sportiva ma questo non può celare visivamente la sua origine di cui, sono convinto, lei stessa vada fiera”

La proposta di un incontro

La lettera prosegue soffermandosi sull’aspetto di Paola Egonu, senza mai delle scuse esplicite. Scrive ancora Vannacci: “Lei, infatti, è italianissima, è una italiana di cui andiamo orgogliosi: una persona che, per quanto di origini diverse, ha scelto di rappresentare il nostro paese e di aderire senza alcuna riserva agli ideali fondanti della nostra Repubblica assurgendone a simbolo e a rappresentante nel mondo agonistico”. E ancora. “La sua diversità rispetto alle evidenti caratteristiche somatiche della maggioranza della popolazione italiana, è una ricchezza, una risorsa, una peculiarità che la distingue e le fa onore”.

Poi la proposta: “Spero, signora Egonu, di avere compiutamente esplicato il senso delle mie espressioni e mi rallegrerei se in futuro, a sua discrezione, fosse possibile un amichevole incontro tra noi che mi permetta di esprimerle a voce i miei più sinceri sentimenti di viva cordialità e chiederle un autografo”.

Fonte foto: ANSA

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