Risarcimenti a vittime del bus a Mestre, perché l'assicurazione potrebbe non pagare: rischio battaglia legale
Se venisse confermata l’ipotesi del malore dell’autista sarebbero a rischio i risarcimenti per le vittime dell’incidente del bus avvenuto a Mestre
Il risarcimento per le vittime dell’incidente di Mestre potrebbe scatenare una dura battaglia legale: è la possibilità che si sta paventando in queste ore, che potrebbe prendere piede nel caso in cui venisse confermata l’ipotesi del malore dell’autista come causa della tragedia nella quale sono morte 21 persone.
Il “caso fortuito”
“Caso fortuito”. Una clausola presente in ogni polizza, definita dall’articolo 2051del codice civile, che recita: “Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”.
Nei casi dei trasporti invece, come afferma l’articolo 1681, “il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio […] se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno”.
A chiarire in modo definitivo il quadro normativo ci pensa poi l’articolo 141 del codice delle assicurazioni, secondo il quale “salva l’ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall’impresa di assicurazione del veicolo”.
Il malore del conducente
Nel caso dell’incidente di Mestre, avvenuto nella sera di martedì 3 ottobre, quando un autobus è precipitato da un cavalcavia, causando 21 vittime (tra le quali l’autista) e 15 feriti (alcuni ancora ricoverati in gravi condizioni), tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti sulle cause della tragedia c’è anche quello del malore improvviso dell’autista.
Una ipotesi che, se venisse confermata dai risultati dell’autopsia effettuata nella giornata di ieri – giovedì 5 ottobre – rientrerebbe proprio nella casistica definita come “caso fortuito”.
Un malore del conducente quindi esonererebbe l’assicurazione del vettore dal pagamento dei danni ai famigliari delle vittime e dei feriti, una cifra al momento non definibile ma che potrebbe essere di svariati milioni di euro.
Verso la battaglia legale
Quella del “caso fortuito” è ovviamente, per vettore e assicurazione, la speranza per uscire indenni dalla vicenda, mentre per chi è dall’altro lato potrebbe sembrare una enorme ingiustizia.
Proprio per questo l’esito delle indagini e dell’autopsia potrebbe diventare campo di battaglia legale, con Massimo Fiorese, amministratore delegato di La Linea Spa, società proprietaria del bus caduto, che ha già fatto sapere che “come società di trasporti ci siamo cautelati e abbiamo un massimale di 50 milioni di euro”.
Siamo però ancora nel campo delle ipotesi. Venisse anche confermato il malore dell’autista, resterebbero molti punti sui quali la vicenda potrebbe prendere pieghe inaspettate: dalla possibilità che il conducente si sia messo al volante consapevole di avere dei problemi di salute, alla possibile responsabilità del Comune di Venezia, gestore della strada (costruita dall’Anas 15 anni fa), dove si trova il guardrail ancora oggetto di indagini e analisi.