Renzi, la previsione sul governo Draghi: quanto dura e cosa fa
Il senatore di Italia Viva Matteo Renzi ha fatto il punto sulla situazione politica italiana e previsto le mosse del nuovo premier Mario Draghi
“È probabile che io sia il più impopolare del Paese, è improbabile che Conte sia il più popolare. Ma è certo che Draghi sia il più competente. Va bene così”. Inizia in questo modo l’intervista che Matteo Renzi ha concesso a Repubblica, spiegando di non aver fatto i salti di gioia per la caduta del governo giallorosso. “Non ho niente da festeggiare. Sono solo felice di vedere una personalità come Draghi pronta a guidare il Paese”.
“Draghi non mi ha mai detto nulla. E da civil servant rispettoso delle istituzioni sono certo che non abbia parlato con nessuno se non con il presidente Mattarella” riguardo la possibilità di diventare presidente del Consiglio.
“La legislatura durerà fino al 2023“, e non si andrà a elezioni anticipate. Quanto alla possibilità che Draghi rinunci in una seconda fase al mandato da premier per diventare il nuovo presidente della Repubblica, “deciderà il Parlamento tra un anno. Ora preoccupiamoci di dare la fiducia al governo e lasciamolo partire per la sua navigazione”.
Renzi: le motivazioni dietro la crisi di governo
Il primo governo Conte “è stato tra i peggiori esecutivi della Repubblica. Erano populisti a fianco di Trump e contro l’Europa, al fianco dei gilet gialli. Il Conte bis invece ha visto una svolta europeista e una buona capacità di rassicurare la cittadinanza nella prima fase di pandemia. Rivendico il mio ruolo nella nascita di quel governo: per togliere i pieni poteri a Salvini allora avrei fatto di tutto. Adesso però era tutto bloccato, senza slancio, senza visione, immobile”.
“A chi mi domanda perché” ho dato avvio alla crisi di governo “rispondo che se dobbiamo spendere 200 miliardi di euro preferisco li spenda Draghi che Conte. Poi il governo Draghi lo fa nascere il Parlamento su indicazione di Mattarella, non il sottoscritto. Io faccio il tifo e voto la fiducia”.
“Io volevo gestire bene i vaccini, spendere i soldi europei, riaprire in sicurezza le scuole, affrontare l’emergenza occupazionale, sbloccare i cantieri. Tutte cose che il governo Conte non riusciva a fare. Siamo gli unici che si sono dimessi per un ideale”, ha sottolineato Matteo Renzi, che ha precisato su Repubblica di non aver mai temuto la concorrenza elettorale di Conte.
“Per me serviva cambiare sia sulla giustizia che sulla scuola che sulla gestione commissariale. I 5S hanno scelto di fare la resistenza su tutti e tre. Mi domando se i gruppi grillini fossero a conoscenza che non solo la linea era ‘O Conte o morte’, ma addirittura ‘O Bonafede Arcuri e Azzolina o morte'”, ha rivelato.
“Non ho chiesto la rimozione di Gualtieri”, che Confindustria premeva per confermare. “Ho chiesto alla coalizione qualche segnale di discontinuità che non è arrivato. Quanto a Confindustria rinuncio a capire il loro posizionamento nello scacchiere istituzionale: alcuni dei loro dirigenti sembrano molto sensibili a singoli provvedimenti che li riguardano più che alla visione Paese”.
Il momento decisivo per il no finale alla creazione di un Conte ter durante la crisi di governo è arrivato “quando noi abbiamo tolto dal tavolo tutti gli elementi divisivi, sia sui nomi che sui contenuti, e loro hanno rilanciato su giustizia e Mes. Lì ho capito che era finita“.
Renzi su Draghi: “Assicurerà il Recovery Plan per i nostri figli”
“Penso solo che come dicevano i latini ‘ex malo bonum‘. Dal negativo qualcosa di positivo arriva. E il governo Draghi sarà la salvezza dell’Italia: ha messo in sicurezza l’euro quasi dieci anni fa, metterà in sicurezza il Recovery Plan per i nostri figli”, ha spiegato Matteo Renzi a Repubblica.
“Il Recovery è uno scambio”, ha continuato. “Ci danno soldi se facciamo riforme. Da questo punto di vista la leadership di Draghi è un’assoluta garanzia. È come se avessimo fatto un’assicurazione sulla vita. Ma sulla vita del Paese. Io ho frequentato i consessi internazionali: nessuno gode della stima di Mario, da Obama a Trump a Biden, dalla Merkel a Macron a Johnson. Ci saranno riforme, altrimenti non arriveranno le risorse europee”.
Il documento del Recovery, per Renzi, sarebbe da riscrivere. “Fossi il premier io lo farei. Una buona squadra scrive il Recovery in tre giorni. Quello che è importante è evitare di spendere i soldi in micro mance come quelle di molte misure della legge di Bilancio e avere una visione strategica chiara“, ha detto a Repubblica.
Riguardo le altre riforme, Renzi ha detto di aver “perso Palazzo Chigi per superare il bicameralismo, cambiare i poteri delle Regioni, affermare che chi vince alle elezioni governa cinque anni grazie al ballottaggio. Temo che non ci sia la stessa volontà da parte di tutti. E che molti siano per il proporzionale, anziché per il maggioritario come il sottoscritto. Non so se il premier inserirà questi temi nell’agenda. Se lo farà ci troverà anche in questo caso al suo fianco“.
Sul reddito di cittadinanza “decide Draghi, non io. Inutile dire che, prima si mandano a casa i responsabili del fallimento Anpal o Inps, meglio è”.
Renzi, scandalo in Arabia Saudita: le sue giustificazioni
Matteo Renzi ha parlato su Repubblica anche dello scandalo che l’ha coinvolto in Arabia Saudita. “Ho fatto decine di conferenze rispettando le regole sul conflitto di interessi. Il Senato non vieta di fare discorsi o seminari, anche a pagamento, a chi viene invitato perché riconosciuto in grado di avere qualcosa da dire. Io rispetto le leggi italiane, pago in Italia le tasse del lavoro che svolgo all’estero, rispetto le norme sul conflitto di interessi”.
“Chi conosce l’Arabia Saudita sa che sotto la leadership del principe bin Salman sta attuando il più ambizioso progetto della storia della regione, che prevede notevoli passi in avanti nella cultura, nell’innovazione e nel campo dei diritti. L’Arabia è il nostro principale partner strategico nella regione, cruciale per combattere l’estremismo”, ha spiegato.
“Non stiamo parlando di una democrazia occidentale, certo, ma di un Paese che sta compiendo una svolta senza precedenti. Se vogliamo far polemica su di me, facciamola. Una più una meno cambia poco. Ma se vogliamo parlare di politica estera le cose sono più complesse di come appaiono. Quanto a Khashoggi, come tutti mi auguro che il processo faccia davvero giustizia”, ha precisato.
Renzi, stoccata contro il Pd: “Linea politica inspiegabile”
Nel Pd “pensavano che potessero tacitarmi con qualche poltroncina di consolazione. Dopo tanti anni non hanno ancora capito che posso commettere tanti errori, ma se sono convinto di una battaglia vado fino in fondo. Ho detto: guardate che se andate al muro contro muro vi fate male voi”.
“La linea politica del Pd in questa crisi per me è inspiegabile. Potevano svolgere una funzione di mediazione, di equilibrio, di rilancio. Hanno scelto di appiattirsi sulla posizione ‘O Conte o voto’. Le vicende di questi giorni dimostrano che la politica non si fa con gli aut aut ma con una paziente opera di tessitura e dialogo”, ha dichiarato l’ex premier.
Riguardo le continue lotte con il Pd, Renzi ha dichiarato che “quando esco da un posto sono abituato a spegnere la luce. Ciò che accade in casa d’altri non mi riguarda più. Dopo di che qualcuno deve spiegare ai dem che non esiste solo il consenso per chi fa politica. Forse non crescerà il livello dei miei sondaggi ma sicuramente con Draghi crescerà il numero degli occupati”.
“C’è chi sostiene che Zingaretti e Bettini avessero una raffinata strategia in testa. Evidentemente era talmente raffinata da sembrare inesistente. O forse non l’ho capita io. Ma sinceramente oggi la priorità sono i vaccini, il Recovery Plan, il lavoro. Non Goffredo Bettini”, ha ribadito. “La corrente thailandese del Pd non mi interessa”.
Renzi, nessun accordo con Salvini: “Sempre combattuto”
Nessun accordo sottobanco con il leader della Lega, come ipotizzato, secondo Repubblica, da Conte. “Io Salvini l’ho sempre combattuto a viso aperto”. E quando combattevo il ministro Salvini, Conte era il premier del governo che firmava i decreti sicurezza. Adesso che si metta a utilizzare Salvini è semplicemente imbarazzante. Per lui”.
Renzi: il nodo sulla maggioranza a Draghi e il governo tecnico
“La maggioranza ci sarà” nonostante dal M5s arrivino i primi no in vista del voto di fiducia a Draghi. “Diamo tempo al tempo. E lasciamo lavorare il presidente incaricato”.
“Il presidente Mattarella ha fatto un bellissimo e perentorio appello ai partiti per un governo di emergenza nazionale, non per formare delle coalizioni politiche. Sarebbe irresponsabile dire no”, ha aggiunto Matteo Renzi.
“Non ho la minima idea” se il nuovo esecutivo sarà un governo tecnico o un governo politico. “Non tocca a me deciderlo. Deciderà Draghi. Io voterò la fiducia sia con ministri solo tecnici che con ministri politici”.
Renzi: la rivelazione sul suo futuro in politica
“Dopo aver passato un mese a discutere di Conte premier, spero che non perdiamo un altro mese a capire quale ministero chiede”. E sulla possibilità che gli venga dato un dicastero, Renzi ha ammesso: “Non sono della partita, sono troppo divisivo“.
Renzi ha dichiarato di ambire a “un Paese che riparte e spende bene i soldi del Recovery. Avremo più risorse di quelle che sono arrivate nel dopoguerra con il Piano Marshall. Italia Viva crescerà come punto di riferimento di chi non si allinea all’accordo Pd-M5S-Leu e di chi non vuole morire sovranista. Dal punto di vista personale, invece, voglio rifiatare”, ha rivelato.
“Ho vissuto con molto dolore l’aggressione mediatica di queste settimane: l’odio e il pregiudizio non mi avevano mai fatto male come stavolta, devo confessarlo. Ma il fatto che a Palazzo Chigi stia per arrivare Draghi ci rinfranca per tutte le polemiche. Molti finalmente capiscono perché abbiamo fatto la crisi. Nonostante tutto, sì, ne valeva la pena“, ha concluso Matteo Renzi su Repubblica.