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Patrick Zaki non sarà al Festival della pace a Brescia. Invito ritirato dal sindaco: "È divisivo"

La sindaca di Brescia Laura Castelletti non vuole Patrick Zaki alla manifestazione: "Ciò che dice non rappresenta il messaggio che vogliamo trasmettere"

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Terzo appuntamento saltato per Patrik Zaki dopo le sue dichiarazioni su Israele e sul premier Benjamin Netanyahu. Zaki non sarà più il testimonial del Festival della pace a Brescia. L’invito è stato ritirato dalla sindaca.

Patrick Zaki fuori dal Festival della pace a Brescia

“È divisivo”, ha dichiarato la prima cittadina Laura Castelletti. “Le sue parole su Israele non rappresentano il messaggio che la città vuole trasmettere”, ha aggiunto.

Castelletti, che è stata eletta grazie al sostegno di una coalizione di centrosinistra, era stata aspramente criticata dal centrodestra per non aver voluto illuminare Palazzo Loggia, sede del Comune, con i colori di Israele.

Le dichiarazioni della sindaca sono state riportate dal Giornale di Brescia.

Guai dopo le dichiarazioni su Israele

Per Patrick Zaki si tratta del terzo appuntamento mancato nel giro di una settimana.

Il primo riguarda l’invito ritirato dal programma Che tempo che fa di Fabio Fazio su Nove.

Il secondo riguarda la presentazione del suo libro Sogni e illusioni di libertà. La mia storia, edito da La Nave di Teseo, che avrebbe dovuto essere presentato al Sermig (Servizio missionario giovani) di Torino nell’ambito del Salone del libro.

Il Sermig ha ritirato la sua disponibilità e il libro verrà presentato in un’altra sede: il club Hiroshima Mon Amour di Torino.

La lettera di Patrick Zaki a Repubblica

Dopo le sue dichiarazioni (in cui fra le altre cose accusava Netanyahu di essere un “serial killer”), l’attivista ha inviato una lettera a Repubblica per chiarire la sua posizione.

“Non ho mai appoggiato un qualsiasi movimento o partito di ispirazione religiosa, e mi riferisco alla mia storia personale, dentro o fuori l’Egitto”, ha precisato.

Alcuni “potrebbero biasimarmi perché nei miei post non ho menzionato subito il mio ripudio per qualsiasi forma di violenza esercitata o praticata contro un civile indifeso, donna o bambino, non coinvolto in questo conflitto”.

In ogni caso, “sono contrario all’uccisione o all’aggressione di qualsiasi civile, israeliano o palestinese, non coinvolto nelle violenze, nelle colonie illegali o negli omicidi”.

Zaki ha poi specificato di essere “sempre stato, e sempre sarò”, dalla parte “degli oppressi e degli abbandonati“.

In un’intervista al Manifesto Zaki aveva espresso la sua tristezza per il fatto di essere stato attaccato per le sue opinioni, dopo essere stato perseguitato in Egitto per 3 anni e mezzo per ciò che diceva.

Fonte foto: ANSA

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