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Patrick Zaki contro Israele e il "serial killer" Netanyahu: insultato sui social dopo i post pro-Palestina

Patrick Zaki, ricercatore e attivista egiziano, ha attaccato via social Israele e il primo ministro Netanyahu, senza però citare i crimini di Hamas

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Tramite il proprio account X (ex Twitter) il ricercatore e attivista egiziano Patrick Zaki ha espresso il suo punto di vista sulla guerra in corso tra Hamas e Israele, lanciando un duro attacco al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, definito “un serial killer”. Molti gli insulti e le critiche arrivate in risposta al messaggio.

Il post di Zaki contro Israele

“Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l’uccisione di civili. Dove possono andare!!!”.

È questo il messaggio pubblicato da Patrick Zaki nella mattina di sabato 7 ottobre, poche ore dopo l’inizio delle offensive di Hamas contro Israele. Un messaggio molto duro, che per molti utenti pecca di un punto di vista: quello degli israeliani.

Sì, perché in molti hanno fatto notare nei commenti che la narrazione di una sola parte è erronea, se non addirittura pericolosa, dato che nessuna delle due fazioni non ha commesso violenze o è esente da colpe. Eppure, nei tweet dell’attivista egiziano, sembra tutto sia stato già definito.

Le risposte degli utenti

E anche se c’è qualcuno che sostiene e condivide l’opinione del ricercatore egiziano, sono decine i commenti contrari e gli insulti arrivati sotto il tweet di Patrick Zaki. Alcuni a dir poco laconici, come quello di un professore associato di Diritto penale dell’Università degli Studi di Parma, che ha scritto “Eppure lo avevo capito. Mi dispiace aver avuto conferma. Puoi andare adarviaiciap anche tu”.

E tra un’offesa priva di argomentazioni e chi si dice “affatto meravigliato” per quanto espresso da Zaki, c’è chi fa notare le mancanze nella narrazione del 32enne egiziano: “Chiamare “serial killer” il Primo Ministro di uno Stato vittima dell’attacco di un gruppo di terroristi e non dire mezza parola su questi tagliagole che usano gli ostaggi come scudi umani, è quanto di più vergognoso e vomitevole possibile”.

Qualcuno invece, visti i trascorsi dell’attivista, sembra incredulo di fronte al messaggio: “Questo non può essere il profilo di Patrick Zaki che è stato ingiustamente incarcerato”. Qualcun altro invece cerca di mettersi nel mezzo, provando a essere oggettivo: “Questa volta sbagli. Hamas è terrorismo, ha responsabilità enormi per le condizioni dei palestinesi. Vittime due volte, di Nethanyahu e di Hamas”.

La Palestina come l’Ucraina

Scorrendo il profilo di Patrick Zaki non si trova nulla riguardo i crimini commessi da Hamas, come quel raid avvenuto nei confronti delle centinaia di giovani, coetanei del ricercatore egiziano, che partecipavano al Nova Festival, nel deserto del Nagev. Evento nel quale circa 300 ragazzi hanno perso la vita.

Eppure nulla di tutto ciò viene nominato da Zaki, che non manca però di sottolineare quello che, a suo dire, è un atteggiamento ipocrita dei governi e dei media occidentali, mettendo a confronto le reazioni internazionali verso l’invasione russa dell’Ucraina con quello che sta accadendo tra Israele e Palestina.

“Non puoi sostenere i combattenti per la libertà in Ucraina, poiché resistono all’occupazione russa, ma non in Palestina, contro l’occupazione israeliana, a meno che tu non abbia coscienza. Osservando il governo, i media e gli esperti occidentali (e i sionisti arabi) oggi…”. L’unica cosa certa è che gli elementi che hanno portato a tali, terribili situazioni sono troppo complessi e troppo delicati per poterli ridurre a una sterile bagarre social.

Il nuovo post di Patrick Zaki

In risposta alle critiche giunte sotto il suo post, Patrick Zaki ha pubblicato un nuovo tweet nel quale cerca di chiarire la sua posizione sulla questione del conflitto tra Palestina e Israele.

” La mia priorità sarà sempre la vita dei civili – ha scritto Zaki – condannerò sempre qualsiasi violenza contro i civili in tutto il mondo, ma così facendo sarò sempre dalla parte dei deboli e contro il fascismo e l’occupazione”. L’attivista egiziano ha chiarito anche che “nessuno può essere ritenuto come filo-hamas se sostiene la Palestina”.

“Sono stato e continuerò a essere un fervente sostenitore della causa palestinese” ha sottolineato Zaki, concludendo il suo post esprimendo “il mio pensiero e le mie preghiere per gli italiani coinvolti in questo conflitto, con la speranza che possano rimanere al sicuro e riabbracciare presto i loro cari”.

zaki-netanyahu Fonte foto: ANSA
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