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Patrick Zaki e il volo di stato rifiutato, il caso diventa politico: le parole del ministro Antonio Tajani

La scelta di Patrick Zaki di rifiutare il volo di stato messo a disposizione dal governo diventa un caso politico: le parole di Tajani e Lupi

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Roberto Vivaldelli

GIORNALISTA

Giornalista professionista esperto di relazioni internazionali e geopolitica, scrive anche di attualità, cultura ed economia. Collaboratore di diverse testate nazionali, ha scritto due libri e curato la pubblicazione in italiano di un saggio del politologo statunitense John J. Mearhseimer.

Diventa un caso politico la decisione dell’attivista Patrick Zaki di tornare in Italia con un volo di linea e non con un volo di stato messo a disposizione dal governo.

“Sconcerto” e “irritazione” del governo

Come ricostruito dal quotidiano La Repubblica, Patrick Zaki sarebbe dovuto arrivare in Italia sabato 22 luglio su un volo messo a disposizione del Governo italiano, con destinazione Ciampino.

A deciderlo era stato direttamente Palazzo Chigi. L’attivista ha tuttavia gentilmente declinato l’invito, spiegando che avrebbe voluto aspettare la sorella e la fidanzata e che arrivare in Italia con un volo di stato non sarebbe stato coerente con il suo ruolo  “di difensore dei diritti umani, che per natura è indipendente dai governi“.

Il quotidiano La Repubblica parla di “irritazione” da parte del governo, mentre il “Corriere della Sera” di “sconcerto” per la scelta di Patrick Zaki di non accogliere nessuna delle soluzioni per il suo rientro in Italia che gli erano state offerte da Palazzo Chigi, attraverso l’ambasciatore al Cairo, Michele Quaroni.

Le parole di Tajani, Gasparri e Lupi

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha prima ribadito che nella grazia accordata dalla presidenza egiziana allo studente Patrick Zaki “non c’è stato alcun baratto” con il caso di Giulio Regeni.

Successivamente, interpellato dal “Corriere della Sera” sul caso del volo di stato rifiutato, Tajani ha aggiunto: “A noi interessava liberare Zaki e abbiamo lavorato in questo senso. Poi come vorrà tornare in Italia, tornerà. Gli erano state offerte delle possibilità, non un obbligo. La scelta è sua”.

Tajani: “Zaki? Torni in Italia come vuole”

Che la decisione dello studente e attivista per i diritti umani abbia provocato un po’ di irritazione nella maggioranza lo dimostrano anche le parole del senatore Maurizio Gasparri, che si domanda “se Zaki troverà il tempo per ringraziare il governo italiano”.

Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, dichiara: “Al giovane Patrick, che abbracciamo con affetto, vorremmo anche ricordare che dire “grazie” a chi si è impegnato per lui o salire su un volo di Stato non è un atto politico né una scelta di campo. È solo umana riconoscenza e buona educazione“.

A difendere la scelta dello studente è il portavoce di Amnesty international, Riccardo Noury, che sottolinea: “La reputazione di un difensore dei diritti umani si basa sull’indipendenza da qualunque tipo di governo”.

L’imbarazzo dell’Egitto

Il quotidiano “La Repubblica” spiega inoltre che la scelta dell’attivista ha creato qualche problema anche all’Egitto.

Motivo? Il governo di al Sisi credeva un di aver graziato un amico dell’Italia e invece ha trovato davanti a sé prima di tutto un “difensore dei diritti umani”.

Un episodio che crea così un precedente che mette in grande imbarazzo al Sisi, fautore di una linea dura in Egitto contro le Ong.

Fonte foto: ANSA

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