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Nobel per la Pace 2022 ad Ales Bialiatski e a due organizzazioni umanitarie: una russa e una ucraina

Ha ottenuto il premio Nobel per la Pace 2022

Pubblicato:

Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Il Nobel per la Pace 2022 è stato assegnato ad Ales Bialiatski, bielorusso, difensore dei diritti umani. Ma anche a un’organizzazione umanitaria russa, la Memorial, e una ucraina, la Center for Civil Liberties.

La motivazione

Bialiatski, Memorial e Center for Civil Liberties sono stati premiati “per aver compiuto uno sforzo eccezionale per documentare i crimini di guerra, le violazioni dei diritti umani e l’abuso di potere, ha spiegato l’organizzazione.

“Insieme – ha aggiunto – dimostrano l’importanza della società civile per la pace e la democrazia“.

Bialiatski, Memorial e Center for Civil Liberties sono stati definiti “tre eccezionali campioni dei diritti umani, di democrazia e di coesistenza pacifica” dei rispettivi Paesi, tra loro confinanti: Bielorussia, Russia e Ucraina.

I vincitori del Nobel rappresentano “la società civile nei loro Paesi di origine”.

Da molti anni, riporta l’account Twitter dell’organizzazione, “promuovono il diritto di criticare il potere e tutelare i diritti fondamentali dei cittadini”.

Quanto ha guadagnato

Prima di morire Alfred Nobel scrisse le sue ultime volontà, racchiuse in un testamento che reca la data del 27 novembre 1895.

Chimico, ingegnere, inventore, uomo di affari e filantropo, famoso soprattutto per aver inventato la dinamite, Nobel decise di investire la maggior parte della propria fortuna in una serie di premi in fisica, chimica, fisiologia o medicina, letteratura e pace.

Fu così che nacquero i Premi Nobel.

Il riconoscimento economico, quest’anno, è pari a 10 milioni di corone svedesi: circa 917 mila euro.

Dal 1901 a oggi sono stati assegnati 105 Premi Nobel per la pace, l’unico consegnato in Norvegia e non in Svezia e che può essere dedicato alle organizzazioni: 17 le donne che hanno ricevuto il premio, mentre sono 27 le organizzazioni decorate. C’è anche chi, come il vietnamita Le Duc Tho, insignito del Nobel per la pace nel 1973, ha rifiutato il riconoscimento.

Chi sono i vincitori

Ales Bialiatski è stato uno dei pionieri del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni ’80. Ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico nel suo Paese.

Ha fondato l’organizzazione Viasna nel 1996: questa si è evoluta in un’ampia organizzazione per i diritti umani, che ha documentato e protestato contro l’uso della tortura da parte delle autorità contro i prigionieri politici.

Memorial è un’organizzazione russa nata nel 1987 che si basa sull’idea che affrontare i crimini passati sia essenziale per prevenirne di nuovi. È stata in prima linea negli sforzi per combattere il militarismo e promuovere i diritti umani e il Governo basato sullo stato di diritto.

Durante le guerre cecene, Memorial ha raccolto e verificato informazioni sugli abusi e sui crimini di guerra perpetrati sulla popolazione dalle forze russe e filo-russe. Nel 2009, il capo della filiale di Memorial in Cecenia, Natalia Estemirova, è stata uccisa per via del suo impegno.

Il Center for Civil Liberties è stato fondato con lo scopo di promuovere i diritti umani e la democrazia in Ucraina. Ha preso posizione per rafforzare la società civile ucraina e fare pressione sulle autorità affinché facciano dell’Ucraina una democrazia a tutti gli effetti.

Dopo l’invasione voluta da Vladimir Putin, il Centro si è impegnato a identificare e documentare i crimini di guerra russi contro la popolazione ucraina.

Nel 2021, invece, il Nobel per la Pace era andato ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov.

La prima, filippina naturalizzata statunitense, ha co-fondato ‘Rappler’, sito noto per le sue inchieste sull’operato del governo del presidente filippino Rodrigo Duterte, soprattutto in relazione alla sua sanguinosa ‘guerra alla droga’.

Il secondo, russo, è caporedattore del giornale d’inchiesta ‘Novaya Gazeta’, la testata per la quale scriveva la giornalista Anna Politkovskaya, uccisa nel 2006.

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