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Trasfusione sbagliata al Maria Pia Hospital di Torino, morta una donna: medico e infermiere a processo

Nel 2023 Carla, 71 anni, è morta a Torino per una trasfusione sbagliata di sangue, destinata a un altro paziente. La denuncia dell'anestesista

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Morire per una trasfusione sbagliata nella clinica Maria Pia Hospital a Torino: è la tragica vicenda di Carla, 71 anni, deceduta dopo aver ricevuto sangue che invece era destinato al paziente della stanza accanto. Un banale e fatale errore, emerso grazie all’onestà di un’anestesista che, accortasi dell’accaduto, rifiutò di nascondere la verità, nonostante le pressioni dai colleghi preoccupati per le loro carriere. La procura di Torino ha richiesto ora il rinvio a giudizio di un medico e un infermiere per aver ignorato le linee guida sulla prevenzione delle reazioni trasfusionali e le raccomandazioni sui protocolli interni.

Trasfusione sbagliata a Torino, la denuncia dell’anestesista

La vicenda, riportata da SkyTg24, risale al 2023 e ha avuto luogo in una rinomata clinica privata di Torino, situata nella zona collinare fuori città (stando a quanto riferito dal Corriere della Sera si tratta del Maria Pia Hospital). Carla, una donna di 71 anni, morì a causa di una trasfusione di sangue sbagliata. La sacca utilizzata era destinata a un altro paziente, rendendo il trattamento non solo inutile, ma letale.

I responsabili avevano tentato di insabbiare la vicenda, ma una delle professioniste coinvolte disse semplicemente di “no”. La richiesta di nascondere l’errore fu categoricamente rifiutata dall’anestesista, che si rifiutò di compromettere la verità davanti alle pressanti richieste dei colleghi, timorosi per le conseguenze.


Il caso si è sviluppato in una clinica privata di Torino

La ricostruzione dell’errore fatale

Tra coloro che si accorsero dell’errore c’era quindi l’anestesista, che fu convocata per una riunione in cui le fu proposto di eliminare il documento relativo all’incidente dalla cartella clinica.

Alcuni colleghi espressero preoccupazioni, temendo di perdere il lavoro e preoccupati per le loro famiglie. Tuttavia, l’anestesista rimase ferma nella sua decisione di non partecipare a tale complotto.

Di conseguenza, la procura di Torino ha richiesto il processo per un medico e un infermiere coinvolti. La trasfusione al braccio di Carla fu effettuata intorno alle 21 del 9 marzo 2023 senza alcuna giustificazione e con una sacca errata, mentre un altro paziente la attendeva in una stanza vicina.

Il tentativo di insabbiamento

I familiari di Carla furono allertati delle sue gravi condizioni di salute intorno alle 22. L’anestesista tentò di rianimare la donna per circa cinquanta minuti, ma senza successo.

Successivamente, si svolse la riunione in cui si propose di alterare la documentazione clinica, suggerendo di non menzionare la trasfusione errata e di attribuire il decesso a una sepsi improvvisa. Tuttavia, l’anestesista si oppose fermamente.

I pm hanno stabilito che quella notte furono ignorate le direttive ministeriali per la prevenzione delle reazioni trasfusionali e le linee guida interne sulla gestione del sangue, introdotte nel dicembre 2022.

Questi protocolli richiedevano di verificare l’identità del paziente e la compatibilità del sangue, oltre a monitorare il paziente durante la trasfusione. La Medicina legale ha denunciato l’incidente alla procura, e la clinica ha poi avviato un’indagine interna.

Fonte foto: iStock

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