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Migranti in Albania, Meloni vuole un decreto legge con la lista dei Paesi sicuri per aggirare la magistratura

Per aggirare il blocco della magistratura, che ha imposto il rimpatrio dei migranti trasportati in Albania, il governo Meloni punta a un decreto legge con una lista di Paesi sicuri da aggiornare ogni 6 mesi

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Le cronache politiche raccontano di una Giorgia Meloni infuriata per il caso dei migranti riportati indietro dall’Albania. Il nodo della questione riguarda i Paesi di provenienza degli immigrati che la magistratura non ritiene sicuri, al contrario del governo. Per sbloccare la situazione, l’esecutivo punta a un decreto legge ad hoc.

Quali sono i Paesi sicuri

In generale, per “Paesi sicuri” si intendono quelli dove vengono rispettati i diritti umani e la democrazia. La sezione immigrazione del Tribunale di Roma non ha riconosciuto come “Paesi sicuri” Bangladesh ed Egitto, i due Stati di provenienza dei migranti trasportati in Albania.

Di conseguenza, nei confronti dei cittadini bengalesi ed egiziani non è possibile mettere in atto alcuna procedura di rimpatrio. La deportazione in Albania è uno step delle procedure di rimpatrio e dunque, argomenta la magistratura, i migranti devono essere riportati in Italia.

Protesta del collettivo Mesdhe per l’arrivo in Albania della nave della Marina italiana con 12 migranti a bordo.

Tutto si gioca sulle definizioni: la magistratura italiana si rifà alla giurisprudenza europea, ovvero alla sentenza della Corte di Giustizia Ue del 4 ottobre. Per i giudici, ai migranti egiziani e bengalesi deve essere consegnato un permesso di soggiorno provvisorio della durata di 6 mesi sulla base del programma di protezione internazionale.

Il governo italiano, invece, si rifà all’ultimo elenco dei Paesi sicuri pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio 2024 che contiene un riferimento a 22 Stati: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Camerun, Capo Verde, Colombia, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.

Un decreto legge per i Paesi sicuri

Giorgia Meloni ha passato la palla ad Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, il quale dovrà scrivere a tempo di record un decreto legge ad hoc che contenga una lista dei Paesi sicuri, da aggiornare ogni 6 mesi, al fine di consentire la deportazione dei migranti in Albania.

“Non tocca alla magistratura decidere se uno Stato è sicuro”, aveva ammonito il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “È una questione di alta politica”.

I rischi per il governo

Sul decreto, però, pesa l’incognita della supremazia delle fonti: di fatto, la legislazione italiana non può non conformarsi agli indirizzi comunitari. Dunque anche un decreto legge ad hoc deve tenere presenti i paletti e le indicazioni della sentenza della Corte di Giustizia Ue del 4 ottobre.

Il rischio paventato da Giorgia Meloni è che un’interpretazione restrittiva, come quella comunitaria, spenga del tutto la macchina dei rimpatri.

Fonte foto: IPA

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