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POLITICA ESTERA

La Germania si prepara alla guerra: "Pronti entro il 2029, Putin non si fermerà in Ucraina". Cosa succede

Il ministro tedesco della Difesa Boris Pistorius ha annunciato la linea della Germania: essere pronti ad una eventuale guerra con la Russia entro il 2029

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’ombra di Vladimir Putin spaventa i tedeschi, così la Germania si prepara ad affrontare lo scenario peggiore: il Paese sarà pronto alla guerra entro il 2029. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha anticipato quali scelte intraprenderà il suo esecutivo entro i prossimi anni. Scelte che si inseriscono nel filone bellicista già tracciato di recente dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

La Germania si organizza per la guerra

La preoccupazione, espressa esplicitamente da Pistorius, è che Putin possa non accontentarsi dell’Ucraina. Questa la linea scelta dalla Germania:

Dobbiamo essere in grado di affrontare una guerra entro il 2029. […] In uno scenario serio abbiamo bisogno di donne e uomini in grado di difendersi e che possano difendere questo Paese. Dobbiamo fare deterrenza per evitare che si arrivi al peggio. […] Ritengo necessarie nuove forme di servizio militare e presenterò presto delle proposte.

Boris Pistorius, ministro della Difesa del governo tedesco.

La priorità assoluta per il governo tedesco

Già a novembre Pistorius aveva individuato la “capacità bellica” ed “essere pronti alla guerra” come priorità assolute. I recenti annunci del ministro della Difesa arrivano a poche ore dal varo di una nuova strategia in caso di crisi e conflitti. Strategia che include “le misure e le strutture necessarie per garantire l’indipendenza e la sovranità della Germania”.

Le misure sono volte, fra le altre cose, al coordinamento di tutti i ruoli coinvolti in caso di crisi, dalle forze armate ai soccorsi fino alla protezione civile. “Abbiamo strettamente intrecciato la difesa militare e civile”, ha sottolineato Pistorius riferendosi a “un’aggravata situazione di minaccia: nel cyberspazio, con droni sopra le proprietà delle forze armate, campagne di disinformazione e sabotaggio classico”.

Le nuove linee guida sostituiscono le precedenti che risalgono al 1989. Il testo, fra le altre cose, definisce il ruolo della Germania come hub per il dispiegamento delle truppe Nato in Europa.

La svolta militarista di Ursula von der Leyen

A fine febbraio, Ursula von del Leyen aveva esortato gli Stati membri a produrre più armi e a non cadere nell’illusione che la pace sia “permanente”. Una guerra nel cuore dell’Europa, disse, “non è imminente”, ma non è neppure “impossibile”.

Von del Leyen esortò quindi a trattare il tema del riarmo europeo “dando priorità agli appalti congiunti”, come avvenuto durante l’emergenza pandemica. La criticità della questione riguarda il fatto che ad oggi, dopo i massicci aiuti forniti all’Ucraina, gran parte delle scorte belliche in Europa sono andate esaurite.

Fonte foto: ANSA

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