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CRONACA ESTERA

Julian Assange contro l'estradizione negli Usa in appello a Londra: l'ultima speranza del padre di WikiLeaks

Julian Assange contro l'estradizione negli Usa in appello a Londra: la speranza del padre di WikiLeaks accusato di aver diffuso documenti riservati

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Alessandro Balbo

GIORNALISTA

Giornalista professionista e redattore televisivo, si occupa soprattutto di Esteri, geopolitica, immigrazione e Scienza. Laureato in comunicazione politica, da sempre interessato alla storia e ai fatti del mondo, ha realizzato reportage e approfondimenti per diverse testate nazionali e programmi divulgativi.

Julian Assange, fondatore di Wikileaks, potrà ancora fare appello contro l’estradizione negli Stati Uniti. L’Alta Corte di Londra ha accolto l’istanza della difesa del giornalista australiano per un ulteriore appello contro la consegna alle autorità Usa. I giudici hanno fissato la nuova udienza per maggio in assenza di garanzie. Gli Stati Uniti danno la caccia al fondatore di Wikileaks da oltre 15 anni per aver diffuso documenti riservati.

Julian Assange potrà ancora fare appello a Londra contro l’estradizione negli Usa

Il fondatore di Wikileaks Julian Assange potrà ancora fare appello contro l’estradizione negli Stati Uniti. In carcere nel Regno Unito da cinque anni, è accusato dagli Usa di violazione dell’Espionage Act, per cui rischia fino a 175 anni di carcere.

Oggi, martedì 26 marzo, l’Alta Corte di Londra ha stabilito che gli Stati Uniti dovranno fornire garanzie per Assange entro tre settimane, in assenza delle quali ad Assange “verrà concessa la facoltà di fare appello e quindi ci sarà un’udienza per l’appello”.


Julian Assange, fondatore di Wikileaks, nel 2019

Il fondatore di Wikileaks dovrà poter godere del Primo emendamento negli Usa

Le garanzie richieste da Londra per il fondatore di Wikileaks riguardano la possibilità di appellarsi al Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che tutela la libertà di espressione.

L’Alta Corte ha chiesto che in caso di condanna la pena non sia la condanna a morte. In caso di conferma del “no” in primo grado sarebbe scattato il termine massimo di 28 giorni per l’estradizione negli Usa.

I giudici hanno accolto le argomentazioni dei legali di Assange incentrate su “una persecuzione contro la legittima attività giornalistica” e il rischio della negazione di diritti con la spada di Damocle di una condanna a 175 anni di carcere.

Chi è Julian Assange e cos’è Wikileaks

Julian Assange, nato il 3 luglio 1971 a Townsville, in Australia, è un giornalista, hacker e programmatore.

Il 4 ottobre 2006 fonda WikiLeaks, organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo documenti coperti da segreto e poi li carica sul proprio sito web.

Nel 2010 Wikileaks pubblica circa 700.000 documenti riservati – autentici e non privi di rivelazioni imbarazzanti, anche su crimini di guerra commessi fra Iraq e Afghanistan – sottratti al Pentagono o al Dipartimento di Stato, azione che lo trasforma in un “nemico pubblico” degli Usa.

I documenti sono principalmente il risultato di una fuga di notizie da parte dell’ex analista dell’intelligence dell’esercito americano Chelsea Manning, che è stata condannata a 35 anni di carcere, poi rilasciata dopo che la sua pena è stata commutata nel 2017 dal presidente Barack Obama.

L’asilo politico, l’arresto e il processo di Assange a Londra

A dicembre 2010 Assange viene arrestato in Gran Bretagna dopo le accuse in Svezia per violenza sessuale, e rilasciato su cauzione.

Nel 2012 l’Ecuador gli concede asilo politico nella sua ambasciata a Londra, e nel 2017 la Svezia archivia le accuse. Asilo revocato nel 2019, con conseguente arresto di Assange da parte della polizia britannica.

A maggio gli Stati Uniti lo incriminano con diciassette capi d’accusa e nel 2020 inizia il processo per l’estradizione negli Usa.

Nell’aprile del 2022 il tribunale di Londra emette l’ordine formale di estradizione, dandogli però la possibilità di fare ricorso.

Bisognerà ancora aspettare, quindi, per capire se Assange verrà estradato negli Stati uniti, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere.

A febbraio il suo avvocato aveva rivelato che la CIA voleva assassinare Assange durante il soggiorno nell’ambasciata dell’Ecuador.

Fonte foto: ANSA

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