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Il Redditometro sui controlli del Fisco proposto da Maurizio Leo di FdI spacca il Governo: reazione di Meloni

Il redditometro, reintrodotto dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo (FdI), verrà utilizzato dal fisco per risalire al reddito presunto dei contribuenti italiani. Ma la misura divide il Governo Meloni

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Il Governo si divide sul redditometro. Lo strumento, da poco reintrodotto attraverso un decreto firmato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo (FdI), verrà utilizzato dal fisco per risalire al reddito presunto dei contribuenti italiani: era stato sospeso nel 2018, ma il nuovo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo riattiverà a partire dai redditi 2016. Nonostante Giorgia Meloni si sia detta “contraria a meccanismi invasivi applicati alla gente comune”, contestazioni sono comunque arrivate dagli alleati, sia dalla Lega sia da Forza Italia.

Il governo diviso sul redditometro: le reazioni di Lega e Forza Italia

“Il redditometro spero sia un passato che non torna“, ha dichiarato il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, nel corso di un confronto in vista delle Europee. Lo riporta Askanews.

“Preferisco siano accertati i fatturati veri – ha continuato il leader del Carroccio -, non i presunti, anche perché la punizione della presunta ricchezza non va bene, la concorrenza al ribasso non va bene”.

Dello stesso avviso il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che a margine di un seminario alla Farnesina ha dichiarato: “Il redditometro non funziona: è uno strumento obsoleto e superato che piace alla sinistra e crea un sacco di contenziosi”.

“Farò di tutto – ha aggiunto Tajani, come riferito da Ansa – perché venga abolito. Al prossimo Consiglio dei ministri presenterò la proposta di abrogarlo. Ne parlerò con Leo e ne chiederò l’abolizione”.

Le parole di Giorgia Meloni

“Mai nessun ‘grande fratello fiscale‘ sarà introdotto da questo Governo”, ha tenuto a precisare su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune. L’attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal Vice Ministro dell’Economia Leo, è fino ad ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar”, prosegue il messaggio della premier.

Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini. Sull’ultimo decreto recentemente varato dal Mef, che negli intendimenti delimita l’azione di verifica dell’amministrazione finanziaria, mi confronterò personalmente con il Vice Ministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli”

Lo stesso Leo, infine, è intervenuto sulla questione: “Il centrodestra è sempre stato contrario al meccanismo del ‘redditometro’ introdotto nel 2015 dal governo Renzi – ha spiegato il viceministro in una nota -. Il decreto ministeriale pubblicato in questi giorni in Gazzetta mette finalmente dei limiti al potere discrezionale dell’amministrazione finanziaria di attuare l’accertamento sintetico, ovvero la possibilità del fisco di contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato”.

Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze

Chi è il viceministro Maurizio Leo

Classe 1955, una carriera politica cominciata con Alleanza Nazionale, deputato per quattro legislature: Maurizio Leo è stato tante cose, tra cui anche editorialista del Sole 24 Ore.

Dopo essere stato docente alla Scuola superiore dell’economia e delle finanze, ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa per un anno, tra il 2018 e il 2019.

Come ricorda Repubblica, il fautore della riforma fiscale fino ad aprile aveva ancora quote della societàProgetto fisco“, di cui sono soci anche la moglie e le figlie. Lo statuto della società recitava, riporta sempre il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, la seguente dicitura: “Realizzazione di pubblicazioni scientifiche in ambito fiscale e gestione e raccolta di sistemi amministrativi e contabili in materia di legislazione fiscale”

Dopo che il quotidiano aveva sollevato il caso, fonti vicine al viceministro avevano tenuto a precisare che “la società non esercita più la sua attività in materia tributaria e da tempo non ha più proventi, nel rispetto delle regole; in ogni caso il viceministro, al fine di fugare qualsiasi tipo di dubbio, sta valutando di cambiare l’oggetto sociale“.

Fonte foto: ANSA

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