Il generale Vannacci pensa alla politica: la frase sulla possibile candidatura e sui guadagni grazie al libro
In un’intervista il generale Vannacci ha parlato dei fraintendimenti e dei guadagni legati al suo libro, accennando anche a una possibile candidatura
Nel corso di un’intervista, il generale Vannacci è tornato a parlare del suo libro “Il mondo al contrario”, dei fraintendimenti che, a suo dire, hanno creato solo malintesi, facendo passare concetti dai quali l’autore prende le distanze, dei guadagni derivati dalle vendite a di un possibile futuro in politica.
L’intervista al generale Vannacci
Intervistato per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, il generale Roberto Vannacci, autore del libro forse più chiacchierato dell’estate, “Il mondo al contrario”, ha voluto precisare alcuni concetti che, a suo dire, molte persone hanno travisato o volontariamente frainteso, gettando ombre ideologiche che l’autore del libro vuole allontanare da sé.
Uno dei primi è che dal libro del generale “sono state estrapolate delle frasi presentate come razziste e non lo sono. Non ho mai mostrato un carattere razzista al mio libro nella maniera più assoluta, non ho mai evidenziato che una razza possa essere geneticamente superiore rispetto a un’altra, anche perché non lo credo”.
E per chiarire questo concetto, Vannacci prende ad esempio la campionessa di pallavolo Paola Egonu e il suo profilo Wikipedia sul quale “c’è scritto chiaramente ‘di genitori nigeriani’, cosa che non è scritta nel profilo Wikipedia di una pallavolista con tratti caucasici. […] Una persona di etnia maori può avere la cittadinanza di qualsiasi parte del mondo, però ha queste caratteristiche somatiche e le persone le riconoscono. Questo non toglie nulla alla sua nazionalità: soprattutto se si stringe agli ideali della nostra amata patria, è italiano al 100%, ci mancherebbe”.
La possibile discesa in politica
Per il generale Vannacci, forte del pensiero che “molti italiani la pensano come me”, chi critica il libro “non l’ha letto”. “Anzi – prosegue l’intervistato – moltissime persone mi hanno fatto i complimenti, perché il libro sostiene la libertà di espressione”. Un pensiero che trova sostegno nelle recensioni del libro autoprodotto, che “sono al 96% estremamente positive”.
Questo dato, per Vannacci, “vuol dire che effettivamente c’è una buona fetta – che io non so quantificare, ma comunque è una buona fetta degli italiani – che si riconosce nel pensiero che io ho espresso”. Ma anche volendo considerare questi numeri, e mettendo da parte l’incontro privato tra il generale e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, Vannacci sembra voler continuare quello che ha fatto fino ad ora.
“Sono un soldato e voglio continuare a fare il soldato – ha chiarito il generale – Non mi chiudo nessuna porta: la politica potrebbe essere una, come potrebbero esserlo altre. Sono un soggetto politico? Probabilmente, perché la politica si è interessata molto al mio libro e alla mia figura, ma la mia professione, allo stato delle cose, è quella del soldato”.
I guadagni sul libro
Anche se il generale Vannacci sembra intenzionato a continuare la sua carriera militare, non esclude la possibilità di un scrivere un nuovo libro: “Se mi verrà in mente di scrivere qualche cos’altro, ci penserò bene”.
Un pensiero anche logico, date le recenti indiscrezioni sui lauti guadagni ottenuti grazie alle vendite di “Il mondo al contrario”. Indiscrezioni che Vannacci non conferma né smentisce, ma che sembrano quasi infastidirlo: “Mi chiedo come mai la stessa domanda non sia mai stata posta alla compianta Michela Murgia, a Roberto Saviano o a Bruno Vespa. I giornalisti si stanno trasformando in contabili”.
Anche se non vuole parlare dei suoi guadagni però, su una cosa Vannacci ha voluto essere chiaro, e cioè che “qualsiasi somma io abbia potuto guadagnare, è derivata da un’attività onesta, chiara e palese, quindi non avrei nessun problema a riconoscerla”.