Giuseppe Conte contro Giorgia Meloni dopo il caso Scurati: "Furba e a volte bugiarda", l'attacco alla premier
Giuseppe Conte attacca Giorgia Meloni sul post che critica Antonio Scurati: "È furba e a volte bugiarda", poi si dichiara antifascista
Giuseppe Conte ha preso la parola contro l’atteggiamento di Giorgia Meloni nel caso di censura Rai ad Antonio Scurati. Durante l’edizione napoletana di Repubblica delle Idee, il presidente del Movimento 5 Stelle è stato intervistato dal vicedirettore Francesco Bei. Nel suo intervento, Conte ha ripercorso i fatti storici dell’Italia fascista per contestualizzare l’intervento di Scurati. “Io mi riconosco nella Costituzione – dice – e chi si riconosce nella Costituzione non può non dichiararsi antifascista”.
- Giuseppe Conte si dichiara antifascista
- Il caso Scurati: “Meloni è bugiarda”
- Il contenuto del testo di Antonio Scurati
Giuseppe Conte si dichiara antifascista
Il leader del Movimento 5 Stelle è stato intervistato all’evento Repubblica delle idee a Napoli. Tra una domanda e l’altra, Francesco Bei ha domandato all’ex premier se si definisce antifascista.
La risposta di Giuseppe Conte non si è fatta attendere:
Io mi riconosco nella Costituzione che ha un chiaro sentimento antifascista. Chi si riconosce nella Costituzione non può non dichiararsi antifascista.
Il caso Scurati: “Meloni è bugiarda”
Conte sposta la risposta verso il caso Scurati, definendo la censura un comportamento grave. Prosegue il monologo con un attacco a Giorgia Meloni, che definisce “una premier molto furba e talvolta menzognera”. Il riferimento è alla pubblicazione del testo di Antonio Scurati sui propri spazi social, come a voler sottolineare che non c’era motivo di censurare il testo.
Conte ripercorre le parole della premier e critica l’utilizzo del presunto problema di compenso, poi smentito. “Tra l’altro da che pulpito, da chi non vuole il salario minimo legale. Sono delle operazioni furbe che non superano la denigrazione”, commenta.
Il contenuto del testo di Antonio Scurati
Secondo Conte, Scurati nel suo monologo (letto da Serena Bortone nel suo programma) dice una cosa evidente: “Meloni non si dichiara antifascista perché vuole continuare a conservare un bacino di riferimento a cui accreditare il fatto che sia esistito un fascismo buono”.
Il leader del M5S ricorda come tale ricostruzione va contrastata, perché non è mai esistito un fascismo buono. “Questa favoletta va ripudiata”, in particolar modo nel 2024, a cento anni dall’assassinio di Giacomo Matteotti “che è successo nel periodo del fascismo pseudo buono”.