Giorgia Meloni pubblica il monologo di Antonio Scurati su Facebook: il testo integrale bloccato dalla Rai
Nel pomeriggio la sinistra aveva accusato Rai e governo di "censura". In serata, con una mossa a sorpresa, la premier Meloni ha pubblicato su Facebook il monologo di Antonio Scurati
Dopo le polemiche per lo stop al monologo antifascista che Antonio Scurati avrebbe dovuto recitare in Rai in occasione del 25 aprile, la premier Giorgia Meloni è intervenuta a sorpresa pubblicando il testo integrale sul proprio profilo Facebook.
- Stop al monologo di Antonio Scurati in Rai
- Contratto cancellato per motivi editoriali
- Giorgia Meloni pubblica il monologo di Scurati
- Cosa c'è scritto nel monologo di Scurati sul fascismo
- La risposta di Scurati a Meloni
Stop al monologo di Antonio Scurati in Rai
Scurati avrebbe dovuto recitare un testo durante il programma Che sarà di Serena Bortone. Dopo una nota della Rai, nella mattinata di sabato 20 aprile è stata la stessa conduttrice del programma a raccontare i fatti.
Bortone ha annunciato di avere appreso con “sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato“. La conduttrice ha aggiunto di non essere riuscita a ottenere “spiegazioni plausibili” dai vertici Rai.
Contratto cancellato per motivi editoriali
L’opposizione e la stampa sono immediatamente andate all’attacco parlando di censura. Nel pomeriggio La Repubblica ha pubblicato una mail in cui viene messo nero su bianco che il contratto fra Rai e Scurati (retribuito 1.800 euro) è stato cancellato “per motivi editoriali”.
Rai è un’azienda pubblica controllata dal ministero dell’Economia, le cui scelte sono prese da vertici di nomina politica. Quindi “i motivi editoriali” vanno di fatto ricondotti a una scelta politica.
Giorgia Meloni pubblica il monologo di Scurati
Con una mossa a sorpresa è stata la stessa premier Giorgia Meloni a pubblicare per intero il monologo di Scurati.
“In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso“, ha scritto la premier. “Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”.
“Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto”.
Cosa c’è scritto nel monologo di Scurati sul fascismo
Il monologo di Scurati si apre con il ricordo dell’assassinio di Giacomo Matteotti il 10 giugno 1924. Il segretario del Partito Socialista Unitario venne rapito in pieno giorno a Roma da cinque squadristi venuti da Milano. Era “l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista”, scrive Scurati.
Mussolini, prosegue l’intellettuale, oltre al delitto si macchiò anche “dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito“. Scurati poi passa a raccontare come i nazisti e i loro alleati fascisti si resero responsabili di crimini efferati contro cittadini inermi.
L’intellettuale non lascia scampo a chi ancora creda in un fascismo buono e parla di “un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista“.
Poi l’attacco frontale all’attuale partito di maggioranza e in particolare alla premier Meloni, rei di non avere mai preso le distanze dal fascismo e di scaricare solo sul nazismo le responsabilità di comportamenti barbari e criminali.
Scurati conclude sostenendo che in questo stato di cose “lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.
La risposta di Scurati a Meloni
Scurati ha poi risposto alla premier Giorgia Meloni tramite una lettera pubblicata da Repubblica.it. “La informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l’entità dell’impegno”, ha scritto l’intellettuale.
Scurati ha poi aggiunto di “non meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria“. “Questa, gentile Presidente, è violenza. Non fisica, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”, ha concluso.