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Eredità Agnelli, le accuse agli Elkann dai pagamenti in nero a tasse non pagate: "Frode per oltre un decennio"

L’eredità Agnelli torna sotto i riflettori: l’accusa è di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato ma i legali dei fratelli Elkann daranno battaglia

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

L’eredità Agnelli torna sotto i riflettori con l’inchiesta della Procura di Torino che ha portato al sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro a carico di John, Ginevra e Lapo Elkann. L’accusa è pesante: frode fiscale e truffa ai danni dello Stato.

Eredità Agnelli, nuovi guai per gli Elkann

Come riporta Il Messaggero, i tre fratelli sono ritenuti responsabili di una “strategia fraudolenta”, attuata e affinata per oltre un decennio, per evitare il pagamento delle tasse di successione sui beni ereditati dalla nonna Marella Caracciolo.

Uno dei punti centrali dell’indagine riguarda la villa “Ain Kassimou” a Marrakech, acquistata nel 2003 da Marella Caracciolo.

John Elkann

La residenza marocchina, dove la moglie dell’Avvocato Gianni Agnelli era solita svernare e dove conservava quadri e gioielli di famiglia, è ufficialmente di proprietà della Juky S.a., una società lussemburghese di cui i fratelli Elkann sono soci e beneficiari.

Gli inquirenti sostengono che i tre fratelli non avrebbero dichiarato in Italia il credito vantato dalla nonna nei confronti della Juky S.a., pari a 15 milioni di euro, evitando così di pagare le imposte di successione.

Trust fittizi e pagamenti in nero

Il decreto di sequestro, firmato dal Gip di Torino, descrive una fitta rete di operazioni finanziarie e giuridiche per nascondere i beni ereditari e presentarli come disponibilità estere.

Vengono citati trust con sede nelle Bahamas e conti correnti in paesi a fiscalità agevolata, strumenti che sarebbero stati creati per eludere il fisco italiano.  Tra questi, due trust “fittizi” ai Caraibi, i cui proventi derivanti da un fondo lussemburghese sarebbero pervenuti “esentasse” ai fratelli Elkann.

Un altro aspetto messo in luce dalle indagini è il presunto pagamento in nero di mille euro mensili che John Elkann avrebbe accordato alla segretaria della nonna, Paola Montaldo, per l’attività svolta presso il “family office” di casa Agnelli/Elkann.

La difesa: “Sequestro ingiustificato”

I legali dei fratelli Elkann hanno contestato le accuse, definendo il sequestro “ingiustificato” e dichiarando che i loro assistiti hanno sempre rispettato gli obblighi fiscali.

Tuttavia, l’inchiesta continua a rivelare nuovi dettagli, e i magistrati torinesi sembrano decisi a fare chiarezza su quella che definiscono una rete di “schermi giuridici volti a sottrarre beni alla massa ereditaria della defunta Marella Caracciolo”.

Fonte foto: ANSA

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