Elezioni, rebus delle alleanze del Pd: Calenda, Renzi e Di Maio corrono insieme ai dem di Letta?
C'è ancora molta indecisione nell'area alternativa al centrodestra: per vincere le elezioni sarà necessario costruire alleanze forti e durature
Manca ancora poco alle presentazione di simboli e liste per elezioni anticipate del 25 settembre. E se il centrodestra e la destra sembrano aver trovato la stabilità dopo l’esodo di personalità da Forza Italia, rimangono ancora molti nodi da sciogliere al centro e nel centrosinistra.
- Matteo Renzi corre da solo? Parla già di terzo polo
- Con chi (non) si allea Carlo Calenda: cosa ha detto
- Pd e (ex) Movimento 5 Stelle, ancora molti nodi
Matteo Renzi corre da solo? Parla già di terzo polo
Due in particolare. Ovvero il posizionamento e le alleanze di Carlo Calenda, che ha accolto gli ex forzisti nel suo Azione, e di Matteo Renzi, che ancora non ha chiarito con chi correrà Italia Viva.
Nel week-end si è parlato di un incontro tra i due centristi. Al termine del quale l’ex premier toscano ha dichiarato che un eventuale accordo si farà solo su convergenze programmatiche e non sull’amicizia che li lega.
Sembrano ormai scartate le ipotesi che li vorrebbero alleati del Pd. Matteo Renzi ha già parlato esplicitamente di un terzo polo alternativo sia al centrosinistra che ai sovranisti.
Con chi (non) si allea Carlo Calenda: cosa ha detto
Tra le fila del Pd si fa strada il pettegolezzo secondo cui la decisione definitiva di Carlo Calenda sarà quella di non andare insieme ai dem.
Nelle scorse ore il leader di Azione ha rimarcato le distanze con i Verdi, con Sinistra Italiana e con Luigi Di Maio. Proprio mentre l’ex pentastellato e ora capo di Insieme per il futuro ha siglato nelle scorse ore un accordo con il Centro Democratico di Bruno Tabacci.
E sono state tante le indiscrezioni su una sua candidatura insieme al Pd a Modena.
“Agli elettori di Azione non possiamo chiedere di votare Luigi Di Maio, Angelo Bonelli – anti Ilva, termovalorizzatori e rigassificatori – e Nicola Fratorianni – che ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi – nei collegi uninominali”, ha dichiarato Carlo Calenda.
Partiti e personalità che non avrebbe nulla a che fare con l’Agenda Draghi, su cui si sta costruendo la campagna elettorale del centrista.
Pd e (ex) Movimento 5 Stelle, ancora molti nodi
Nel mentre sono attese le proposte dalle direzioni provinciali del Pd con le indicazioni sui candidabili nei vari collegi. Tra loro parlamentari uscenti, amministratori e anche nomi della società civile.
Come Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, proposto dai dem di Modena. Gli stessi che avrebbero anche accarezzato l’ipotesi Luigi Di Maio.
Oltre al ministro degli Affari esteri uscente, altri pentastellati e fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle potrebbero entrare nel Pd. E se Roberto Fico nega coinvolgimenti con gli storici nemici, sembrerebbero invece iniziate le trattative con Federico D’Incà e Davide Crippa.
Ma sul territorio dividono le potenziali candidature degli alleati del Partito Socialista, di Demos e di Articolo 1. Tra loro Roberto Speranza, il ministro della Salute che ha gestito la pandemia.
Secondo voci del Nazareno, ruberebbero posti a nomi più in vista del Pd, capaci di intercettare più voti, in nome di alleanze che smuoveranno di poco le percentuali.
Insomma, mentre Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, con i partiti satelliti di centro, starebbero già parlando di una squadra di governo, il Pd e il “terzo polo” centrista sarebbero ancora indecisi sulle alleanze da stringere. E ancora bisogna capire quale sarà la strategia del Movimento 5 Stelle.