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CRONACA NERA

Donna trovata morta in casa ad Alghero: indagato il compagno che viveva con lei

Il compagno è indagato come presunto responsabile della morte della donna di 51 anni. Indagini sulle condizioni di salute, forse non ha ricevuto cure

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Possibile svolta nelle indagini sul caso di Stefania Monte, la donna di 51 anni trovata senza vita in casa ad Alghero il 28 maggio. Il compagno della vittima, colui che per primo aveva dato l’allarme al servizio di emergenza, è adesso indagato come presunto responsabile dell’omicidio. Secondo gli ultimi sviluppi, l’uomo potrebbe aver provocato la morte della donna in seguito a maltrattamenti nei suoi confronti.

L’ipotesi di reato

Il compagno della 51enne aveva richiesto l’intervento dei soccorritori facendo intendere, durante la telefonata, che la situazione fosse estremamente grave. Purtroppo, quando l’ambulanza è giunta sul luogo, la donna era già deceduta.

Ora il convivente della vittima è stato iscritto nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu. L’ipotesi di reato al centro delle attenzioni del magistrato è quella di “morte come conseguenza di maltrattamenti”.


All’arrivo dei soccorsi presso l’abitazione di Alghero, la donna di 51 anni era già deceduta

In cattiva salute per via del compagno

In particolare, la Procura sospetta che il decesso della donna, che pareva non stare bene da un certo periodo di tempo, possa essere in qualche modo collegato al comportamento non esemplare del suo compagno.

Al momento, è prematuro sapere quali eventuali responsabilità si ipotizzino, poiché l’indagine è ancora in corso. L’esame autoptico non avrebbe fornito elementi utili per determinare la causa del decesso. Ulteriori dettagli e precisioni potrebbero emergere solo dopo i risultati delle analisi di laboratorio sui campioni.

Da ricostruire la situazione clinica

Questi accertamenti, insieme ad altre indagini approfondite, potrebbero consentire alla Procura di ricostruire sia la situazione clinica della vittima, sia eventuali negligenze che potrebbero averla ulteriormente aggravata.

Ciò che è certo fino a questo momento è che la donna era già morta quando gli operatori del servizio di emergenza sono giunti presso la sua abitazione algherese.

Come previsto nelle situazioni di questo genere, i carabinieri erano stati allertati e avevano immediatamente raggiunto la casa, eseguendo i primi rilievi e interrogando il compagno.

Ipotesi di mancate cure sanitarie

L’obiettivo dell’inchiesta condotta dalla Procura è quello di accertare se la vittima abbia avuto la possibilità di ricevere le cure necessarie nell’ultimo periodo.

In alternativa, se a causa di una trascuratezza legata a circostanze da chiarire, la sua situazione sia peggiorata progressivamente senza l’adozione delle opportune misure. Ad esempio, trattamenti specifici che avrebbero potuto salvarle la vita.

Il caso di Giulia Tramontano

La morte sospetta della donna di 51 anni ad Alghero si potrebbe aggiungere ad una lunga coda di omicidi che, nelle ultime settimane, hanno scosso l’opinione pubblica.

Il caso più eclatante è quello di Giulia Tramontano, la ragazza incinta al settimo mese uccisa a coltellate dal fidanzato Alessandro Impagnatiello.

 

Fonte foto: Getty images

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