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Covid e fasce di rischio: i parametri proposti dalle Regioni

Le Regioni hanno proposto al governo dei diversi parametri per formare l'indice di rischio

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sono 21 gli indicatori utilizzati dal ministero della Salute per scegliere in quale fascia di rischio (zona rossa, arancione o gialla) inserire le Regioni in base al Dpcm del 4 novembre. Parametri che tengono conto di una serie di fattori diversi e che una volta elaborati sulla base dei dati forniti dalle Regioni permette a ministero e Istituto superiore di sanità di decidere lo spostamento di una regione in una determinata zona di rischio.

I 21 parametri sono stati scelti dal ministero della Salute il 30 aprile scorso e tengono conto di una serie di fattori riconducibili a tre categorie: la capacità di monitoraggio da parte delle Regioni, la capacità relativa al testing e al tracciamento dei contatti, la stabilità dei servizi sanitari.

Questi criteri di valutazione sono stati però contestati dalle Regioni per la mancata chiarezza nella definizione degli stessi e di come viene poi calcolato il coefficiente di rischio. Le Regioni, riporta il Corriere della Sera, in una lettera inviata al governo hanno quindi chiesto di rivedere e modificare questi parametri, ritenendoli non più adeguati perché pensati per una situazione epidemiologica diversa.

Al posto dei 21 indicatori attualmente in uso, gli enti locali propongono 5 diversi parametri:

  • l’indice di contagio Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata Iss
  • la percentuale dei tamponi positivi, escludendo dal conteggio i “re-testing” dei casi positivi e includendo i tamponi rapidi antigenici
  • il tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia intensiva per pazienti Covid
  • il tasso di occupazione dei posti letto totali di Area medica per pazienti Covid
  • la capacità di garantire risorse adeguate sul territorio per il tracciamento dei contatti, isolamento e quarantena

Il governo però non sembra intenzionato a cambiare direzione: il ministro Roberto Speranza ha dichiarato a “Cartabianca” su Rai3 che “il dialogo con le regioni è sempre aperto, ma 21 criteri significa avere fotografia più affidabile”.

I 21 parametri sono stati difesi anche dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel consueto punto stampa sulla pandemia: “È molto importante capire che quando si gestisce una epidemia si lavora in un mondo reale con tutte le variabili del caso e ci deve essere una capacità di lettura in una realtà molto articolata. Proprio perché articolata richiede più indicatori, un elemento importante che porta a una stima di rischi”.

Fonte foto: Ansa
Regioni in zona rossa, arancione e gialla: cosa si può fare

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