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Dpcm, i 21 indicatori per stabilire la zona delle regioni

Quali sono i 21 indicatori che stabiliscono il passaggio di una regione da una zona di rischio all'altra

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato come la divisione delle regioni in fasce di rischio in base alla gravità dell’epidemia dipenda da 21 criteri di valutazione. Gli stessi indicatori finiti nella polemica tra Regioni e governo per la mancanza di chiarezza sulla definizione del coefficiente di rischio determinato dal calcolo di questi valori. Ma quali sono questi criteri che decidono se una regione deve andare in fascia gialla, arancione o rossa?

Ogni settimana l’analisi degli esperti dell’Iss e del Cts deciderà, tramite algoritmi basati sui dati forniti dalle Regioni riguardo i 21 indicatori, se un territorio potrà passare da una zona all’altra del livello di rischio. Questo vale per le regioni in zona gialla e arancione, ma non per quelle già rosse, che per una rivalutazione dovranno aspettare almeno due settimane.

Dpcm, i 21 indicatori per stabilire la zona delle regioni: ecco quali sono

I 21 indicatori possono essere suddivisi in tre categorie:

  1. capacità di monitoraggio
  2. capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti
  3. risultati relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari

Dpcm, i 21 indicatori per stabilire la zona delle regioni: la capacità di monitoraggio

Riguardo la capacità di monitoraggio, l’Iss chiede ogni settimana alle Regioni i dati sulla situazione epidemiologica in merito a:

  1. Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  2. Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla Terapia intensiva TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  3. Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  4. Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  5. Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).
  6. Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

Dpcm, i 21 indicatori per stabilire la zona delle regioni: la capacità di monitoraggio

Altri 6 sono invece i requisiti da soddisfare sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti:

  1. Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
  2. Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.
  3. Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).
  4. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing.
  5. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
  6. Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

Dpcm, i 21 indicatori per stabilire la zona delle regioni: risultati relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari

Gli ultimi 9 indicatori determinano infine la valutazione sulla tenuta del sistema sanitario in ogni regione:

  1. Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
  2. Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
  3. Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).
  4. Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.
  5. Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
  6. Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.
  7. Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).
  8. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.
  9. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

Regioni in zona rossa, arancione e gialla: cosa si può fare Fonte foto: Ansa
Regioni in zona rossa, arancione e gialla: cosa si può fare
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