Cospito, proiettile in una busta al 'Tirreno'. Palazzo Chigi: "Lo Stato non scende a patti con chi minaccia"
La Presidenza del Consiglio ha diramato una nota ufficiale in risposta alle azioni minatorie avvenute nelle ultime ore in relazione all'anarchico al 41bis
Una busta con dentro un proiettile è stata recapitata alla sede di Livorno del quotidiano Il Tirreno, insieme a una lettera con delle minacce dirette ai magistrati che si occupano del caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Il messaggio minatorio arriva dopo le azioni violente di gruppi anarchici che si sono scontrati con la polizia ieri a Roma e gli attentati contro le sedi diplomatiche italiane a Barcellona e Berlino. Rispondendo agli episodi intimidatori accaduti nelle ultime ore in relazione al caso, Palazzo Chigi ha diramato una nota ufficiale in cui afferma che “lo Stato non scende a patti con chi minaccia”.
La busta con il proiettile
La busta gialla con il proiettile inviata al direttore del quotidiano Il Tirreno, Luciano Tancredi, conteneva un foglio a quadretti con su scritto a stampatello: “Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere“.
Il messaggio minatorio firmato con una “A” maiuscola fa riferimento all’anarchico recluso in regime di 41bis nel carcere sardo di Bancali, a Sassari, ed in sciopero della fame da circa cento giorni. Cospito è in carcere per aver gambizzato il dirigente Ansaldo Roberto Adinolfi e, a Torino, è in attesa dell’udienza sulla rivalutazione della pena, che prevede anche l’ergastolo, per un attentato risalente al 2006, alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano.
Il proiettile, la busta e la lettera sono stati sequestrati dalla polizia di Livorno che ha aperto un’inchiesta per risalire al mittente.
La nota di Palazzo Chigi
Sulla minacce dei gruppi anarchici è arrivata oggi la risposta della premier Giorgia Meloni, che ha diffuso sulla vicenda una nota della Presidenza del Consiglio: “Gli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino, le violenze di piazza a Roma e Trento, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato di Polizia: azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici” scrive Palazzo Chigi, sottolineando che “lo Stato non scende a patti con chi minaccia”.
Le dichiarazioni del ministro Piantedosi
Parole che fanno eco alla dichiarazione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Lo Stato non si lascerà mai intimidire e condizionare da queste azioni del tutto inaccettabili, nella convinzione che nessuna rivendicazione o proposta possa essere presa in considerazione se viene portata avanti col ricorso a questi metodi, ancor più se rivolti contro le forze dell’ordine”.
“Esprimo – ha aggiunto il titolare del Viminale – la mia solidarietà alle donne e agli uomini in divisa che con grande professionalità e spirito di sacrificio fronteggiano, anche in questi giorni ed in queste ore, le dimostrazioni di chi immagina di utilizzare la minaccia e la violenza come metodo di condizionamento delle istituzioni “.
L’ultimo episodio intimidatorio legato alla vicenda di Alfredo Cospito riguarda la molotov lanciata nella notte contro il distretto di polizia Prenestino a Roma. Secondo i primi accertamenti l’azione potrebbe essere legato alle proteste degli anarchici.