Corteo a Roma contro il ddl Sicurezza: bacio di Meloni a Mussolini, critiche al governo e Conte contestato
Corteo a Roma contro il ddl Sicurezza: spunta una gigantografia di Meloni e Mussolini, poi i durissimi attacchi al governo
Al corteo organizzato a Roma per manifestare contro il ddl Sicurezza hanno aderito oltre duecento realtà di ogni regione del Paese. La manifestazione è partita da piazzale del Verano per concludersi a piazza del Popolo. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono stati circa centomila. “Il ddl Sicurezza rappresenta un attacco senza precedenti ai diritti fondamentali e alla democrazia – si legge in una nota della Rete No ddl Sicurezza -. Criminalizza il dissenso, reprime il conflitto sociale e colpisce lavoratori, studenti, migranti e chi lotta per giustizia sociale e ambientale”.
- Corteo contro il ddl Sicurezza a Roma: chi ha partecipato
- La gigantografia di Meloni che bacia Mussolini e la contestazione contro Conte
- Le critiche alla premier e al governo
- Francesco Boccia: "Proveremo a far ritirare il provvedimento"
Corteo contro il ddl Sicurezza a Roma: chi ha partecipato
“Siamo donne, uomini, identità non binarie, lavoratori, studenti e attivisti. Difendiamo la democrazia contro chi vuole trasformare l’Italia in un Paese autoritario” hanno dichiarato i promotori dell’iniziativa. E ancora: “Non c’è sicurezza in questo disegno di legge, solo paura del dissenso e delle piazze”.
Presenti al corteo politici dell’opposizione, associazioni, studenti e sindacati tra cui membri di CGIL, Fiom e Anpi.
Diverse anche le adesioni tra gli artisti. Si sono visti gli attori Valerio Mastandrea, Elio Germano e Michele Riondino, che ha detto: “Oggi bisogna essere qui e non altrove perché con questo ddl vogliono criminalizzare il pensiero critico”.
La gigantografia di Meloni che bacia Mussolini e la contestazione contro Conte
Ad inizio manifestazione è spuntata una gigantografia della premier Giorgia Meloni che bacia Mussolini. “Siamo tutti antifascisti, siamo tutte antifasciste”, uno dei tanti cori cantati durante l’evento.
Uno dei bersagli degli organizzatori del corteo è stato Andrea Delmastro. Così i promotori: “Delmastro ha detto che vuole dare calci nel sedere a chi occupa le case. E noi diciamo che vogliamo cacciare chi occupa abusivamente il parlamento”.
Rapida contestazione anche contro Giuseppe Conte. Mentre spiegava che “la lettura del bisogno di sicurezza che fa questo governo è completamente deformata” un gruppetto di giovani è passato accanto al leader del Movimento 5Stelle urlando “fate schifo, ci siete stati pure voi al governo con la Lega”.
Le critiche alla premier e al governo
Tanti gli interventi critici contro governo e premier. “Questa piazza si rivolge a Giorgia Meloni per dire una cosa semplice: stiamo venendo a prendervi. Questo ddl non passa e quando lo affonderemo verremo a prenderci anche questo governo. Vogliamo riprenderci tutto”. È stato l’intervento di un rappresentante della rete ‘liberi di lottare’.
“Non consentiremo che l’Italia diventi una nuova Ungheria. Daremo vita a una resistenza democratica diffusa. Non ci fermeremo finché non faremo cadere questo governo”, ha aggiunto una rappresentante della rete romana no ddl.
“Oggi, la Fiom insieme alla Cgil, ad associazioni, movimenti, studenti, è in piazza a Roma per fermare il ddl sicurezza. Un provvedimento scellerato e pericoloso che minaccia di limitare le libertà individuali e collettive dei cittadini, cancellare il diritto di sciopero e restringere gli spazi di democrazia e il diritto al dissenso”. Così Michele De Palma segretario generale Fiom-Cgil.
“Abbiamo bisogno di sicurezza, non del ‘decreto paura’ del governo. La sicurezza è quella di avere un posto di lavoro, di non morire nei luoghi di lavoro, di avere un salario dignitoso. La sicurezza di impedire i femminicidi, la sicurezza di avere scuola, università, sanità. Questo decreto del governo invece serve esclusivamente a impedirci di manifestare, di scioperare. Ma noi non ci fermeremo”, ha detto il leader dei metalmeccanici di Corso d’Italia.
“Oggi in piazza tantissimi e tantissime contro un ddl della paura, contro una destra che ha come obiettivo quello di cancellare i diritti di libertà e il diritto al dissenso. Contro questo progetto noi ci siamo e li contrasteremo”, ha dichiarato Nicola Fratoianni deputato di Avs. “Si fermino dalle parti del governo e della sua maggioranza”.
Francesco Boccia: “Proveremo a far ritirare il provvedimento”
Duro anche Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito democratico: “Questa manifestazione così partecipata è la dimostrazione che la democrazia non si cambia o limita per decreto, come pensa di fare la destra. Continueremo ad opporci con tutte le nostre forze in parlamento per far ritirare il provvedimento o per cambiarlo nelle parti in cui si mettono a rischio i diritti fondamentali di chi manifesta”.
Sempre Boccia: “Sono ossessionati da chi non la pensa come loro e insofferenti verso i contrappesi democratici. Non cambiano mai. Confondono il governo del Paese con il comando e non capiscono che quando un lavoratore sciopera, non solo ci sta rimettendo la giornata, ma lo fa perché non ha più un’alternativa per far sentire la propria voce”.
“Il ddl Sicurezza è un provvedimento che non affronta assolutamente il tema della sicurezza dei cittadini; è un disegno di legge illiberale: trasforma in narcotrafficanti tremila aziende che coltivano la canapa, causando il licenziamento di circa 15 mila lavoratori e lavoratrici”. Così il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli.
“Oltre al danno – ha aggiunto Bonelli -, per queste persone, arriva anche la beffa: se quei lavoratori e lavoratrici che subiscono il licenziamento decidono di manifestare, magari occupando una strada, questo governo di destra applica una misura che prevede il carcere fino a 7 anni. Questo provvedimento è semplicemente cinico e feroce”.
Critiche feroci anche da Laura Boldrini (Pd): “Abbiamo fatto una dura opposizione, in parlamento, contro il ddl sicurezza il cui unico obiettivo è reprimere il dissenso pacifico e criminalizzare l’attivismo. Chi protesta facendo con il proprio corpo un blocco stradale rischia due anni di detenzione”.
“La resistenza passiva e non violenta in carcere e nei cpr viene punita con 5 anni. Le donne detenute con bimbi neonati devono rimanere dietro le sbarre. Oggi siamo in piazza con associazioni, cittadine e cittadini, organizzazioni della società civile contro un provvedimento liberticida che spinge il nostro Paese verso una democratura repressiva in stile orbaniano. Il vero volto del governo Meloni”, ha concluso Boldrini.