Coronavirus, 600 italiani bloccati in Cina: la denuncia
Oltre 600 connazionali sono bloccati in Cina, i voli per l'Europa e l'Italia costano 3-4mila euro
Sono giorni di preoccupazione in Cina per l’epidemia di coronavirus che, da dicembre ad oggi, ha mietuto quasi 500 vittime. Dopo i primi due casi in Italia è allerta massima anche nel nostro paese dove lo spazio aereo per e dalla Cina è stato bloccato. Se lunedì sono stati fatti rimpatriare i 56 italiani che si trovavano a Wuhan, epicentro di diffusione del virus, ben diversa è la situazione di oltre 600 connazionali rimasti “sequestrati” sul territorio cinese.
In trappola, barricati in casa o nelle camere d’hotel in attesa di trovare un volo per partire per l’Italia, diversi sono gli italiani presenti ancora oggi in Cina. Il timore del contagio è elevato, la voglia di rientrare in Italia è tanta, ma la ricerca della giusta triangolazione aerea per fare ritorno nel Bel Paese è complicata.
A denunciare la situazione, intervistato da Il Messaggero, è Gabriele Di Fazio, giovane ballerino romano che si trova a Kunming, nella provincia dello Yunnan, con la sua fidanzata. Secondo quanto raccontato dal 23enne infatti i voli per l’Europa e l’Italia sono “super-esosi, costano anche 3-4mila euro”.
“Siamo tutti a rischio, non solo quelli di Wuhan, tutte le province cinesi hanno alti tassi di malati, abbiamo paura, aiutateci” l’appello del giovane.
Il ballerino ha poi svelato: “Il nostro teatro non fa più spettacoli, quindi noi non lavoriamo, né possiamo allenarci. Fuori metro e autobus non funzionano, ci sono palazzi in quarantena e anche i voli interni per la Cina sono bloccati, il cibo fresco scarseggia, nelle farmacie non ci sono più le mascherine oltretutto il nostro datore di lavoro è sparito e neanche ci sta pagando”.
Stando a quanto evidenziato da Il Messaggero al centralino della Farnesina arrivano giornalmente richieste di aiuto dei nostri connazionali presenti in Cina e a tutti vengono fornite indicazioni. Gli italiani che risultano iscritti all’anagrafe cinese sono 10.091, 1861 nel solo distretto di Pechino. A questo numero vanno aggiunti gli italiani che hanno preso la residenza in Cina, quelli che hanno fatto richiesta di un visto temporaneo per motivi di lavoro o di studio e, infine, i turisti.
Italiani bloccati in Cina, la situazione
Bloccati a Tapei, sull’isola di Taiwan, anche una spedizione di speleologi italiani formata dal viterbese Paolo Forconi, dalla forlivese Elisa Ponti e dai toscani Zairo Nucciotti e Lucia Pedri. “Il nostro volo schedulato per metà febbraio prevedeva la partenza da Taipei per Pechino e infine Roma. Qualche giorno fa abbiamo ricevuto una mail da Air China che ci comunicava la cancellazione della tratta Pechino-Roma, con soggiorno a loro spese in albergo fino a che non ripartiranno i voli dalla Cina” la denuncia degli speleologi.
“Si parla di mesi. Ci hanno chiesto di ricontattarli. Lo abbiamo fatto per mail ma nessuna risposta. Abbiamo scritto al consolato italiano a Taipei e nessuna risposta. Abbiamo scritto alla Farnesina e ci hanno detto di riprogrammare un altro volo. Ma sono costosissimi e non garantiscono il rientro in Italia” hanno aggiunto.
Anche Luigi Cravotta, maresciallo in pensione di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani, ai microfoni del quotidiano ha lanciato l’appello per sua figlia Chiara, studentessa 23enne bloccata nella provincia di Shandong: “Ancora non siamo riusciti a trovare una soluzione”.
VOTA IL SONDAGGIO: Hai paura del coronavirus?