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CRONACA NERA

Coppia arrestata per strage di Palermo e citazioni religiose: cos'hanno scritto Fina e Carandente sui social

Dai profili social di Sabrina Fina e Massimo Carandente emergono citazioni religiose che assumono connotati inquietanti dopo la strage di Palermo

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Emergono nuovi dettagli sul profilo di Sabrina Fina e Massimo Carandente, arrestati per complicità nella strage di Palermo in cui Giovanni Barreca ha ucciso la moglie e due dei suoi tre figli. Descritti come fanatici religiosi, i due non facevano mistero delle loro convinzioni, aspetto la cui estremizzazione sarebbe alla base di un’ossessione condivisa con l’esecutore materiale dell’omicidio. Sui profili social della coppia sono state evidenziate diverse frasi e citazioni religiose, utili a tracciare il profilo degli arrestati e il contesto in cui l’orribile strage è stata compiuta. Alcuni passaggi, all’indomani del delitto, assumono oggi un risvolto inquietante, sebbene la connessione fra queste parole e quanto accaduto a Palermo sia opinabile.

Le frasi sui social di Fina e Carandente prima della strage di Palermo

“Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe.” Sono alcune fra le frasi che Fina e Carandente pubblicavano sui loro profili Facebook poco prima della strage di Palermo.

“E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili” si legge ancora. “Quando essi vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di che cosa dovrete dire; perché in quella stessa ora vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Ora il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire”.

Istigatori e complici nel delitto

Si tratta di un passaggio che, alla luce della morte di tre persone, fra cui due minori, assumono dei connotati inquietanti e contribuiscono a suggerire un contesto di misticismo degenerato. Qualcosa che, in base alle indagini, avrebbe di fatto avuto la funzione di gettare benzina sul fuoco delle ossessioni di Giovanni Barreca, ansioso di “liberare la casa da presenze demoniache”

“Sappi che tu sei la/il figlia/o del Grande Giudice Dio Onnipotente!!! Chi ha orecchi oda!!! Il Signore Cristo Gesù benedica grandemente te e la tua famiglia”, si conclude poi il post di Carandente, datato 2 febbraio. Temi che a quanto si potrebbe notare dai messaggi precedenti, erano piuttosto ricorrenti.

“Ora vi esorto, fratelli, a tenere d’occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l’insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro” recita una pubblicazione di alcuni giorni prima. “Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici. Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti. Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e incontaminati dal male. Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi”.

Fonte foto: IPA

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