Come evitare la contaminazione da Listeria negli alimenti, quali sono i sintomi e la cura: parla l'esperto
Dopo i recenti casi di sequestri di alimenti, ecco i consigli dell’esperto su come tenere alla larga il batterio Listeria, pericoloso per la salute
Accade periodicamente. Il pericolo di contaminazione da Listeria si ripresenta spesso e interessa diverse tipologie di alimenti: dai formaggi ai tramezzini, passando anche dagli insaccati, come salame o wurstel. Come spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss), “la listeriosi è un’infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes (L. monocytogenes), generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e pertanto classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti”, le cosiddette “tossinfezioni”. Ma quali sono, nel dettaglio, i rischi per l’uomo? Virgilio Notizie ha intervistato Agostino Macrì, responsabile della Sicurezza alimentare dell’Unione nazionale consumatori, già dirigente dell’Iss e professore all’Università Campus Biomedico di Roma.
Cosa fare quando un prodotto viene ritirato
Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, sottolinea – a scopo precauzionale – di non consumare i prodotti che vengono segnalati dal Ministero della Salute, quando provvede a ritirare dei lotti.
Gli alimenti con le scadenze segnalate vanno restituiti al punto vendita d’acquisto (dove è possibile il rimborso) o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.
I rischi della Listeria: l’intervista ad Agostino Macrì
Ma quali sono i rischi di una infezione da Listeria, ossia una listeriosi, e come si possono evitare? Ecco i consigli di Agostino Macrì.
Come mai si parla tanto di Listeria associata ad alimenti come tomini o tramezzini? Perché proprio questo genere di cibo?
“Se ne parla molto in seguito ai ritiri dal mercato di alcuni lotti di alimenti, in particolare formaggi, ma questo è anche segno di una grande attenzione alla sicurezza alimentare: le aziende effettuano ritiri volontari a scopo precauzionale nel caso in cui venga segnalata una presenza di Listeria ritenuta pericolosa. Sul sito del Ministero della Salute è sempre possibile trovare l’elenco dei prodotti tolti dagli scaffali per presenza di Listeria. Una grande attenzione arriva anche dal RASFF, il sistema di allerta rapido europeo, dal momento che questo problema è diffuso a livello comunitario. Si tratta, comunque, di misure precauzionali”.
Quali sono gli alimenti più a rischio?
“Non esiste un singolo alimento o una categoria di alimenti più a rischio di altri: lo sono praticamente tutti, perché la Listeria è un microrganismo abbastanza diffuso nell’ambiente, si può depositare ovunque. Nella maggior parte dei casi, infatti, le contaminazioni sono proprio di tipo ambientale: possono avvenire anche su cibi che non contengono di per sé la Listeria, ma sono maneggiati, ad esempio, dopo che si è toccato un altro alimento che la conteneva. Insomma, non è facile prevedere la contaminazione da questo batterio: recentemente è capitato con alcuni formaggi, come sappiamo, ma in passato ha interessato anche il salmone affumicato o i salumi”.
Quali sono gli effetti di una tossinfezione da Listeria nell’uomo?
“Intanto va chiarito che la Listeria non si trasmette da animale a uomo: come detto, è microrganismo presente nell’ambiente che può contaminare gli alimenti, in particolare con due tipi di effetti. Il primo e più diffuso è anche il più lieve: può dar luogo a vomito, diarrea, febbre, che in genere si risolvono nell’arco di pochi giorni, due o tre. In questo caso ha anche un’incubazione molto breve. L’altra forma di tossinfezione, invece, è più seria, ha un’incubazione più lunga, dai 30 ai 90 giorni, e può arrivare a colpire il sistema nervoso, dando luogo a malattie anche più severe, potenzialmente mortali. Fortunatamente ha un’incidenza molto bassa, colpisce in genere le persone con un sistema immunitario più fragile, come anziani, neonati o donne in gravidanza. Nel 2021 sono stati registrati 2.621 casi di listeriosi con un solo decesso nell’Unione europea”.
Quali sono i tre consigli utili per evitare la listeriosi?
“La prima norma ha a che fare con la cottura dei cibi: in genere si trasmette con alimenti crudi, quindi basta cuocerli per eliminare il batterio. Il secondo consiglio è di rispettare le norme di igiene. Il terzo ha a che fare con la conservazione degli alimenti. Come ricorda il Ministero della Salute nelle sue raccomandazioni, è bene lavarsi spesso le mani, pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali che vengono a contatto con gli alimenti, come utensili, piccoli elettrodomestici, frigorifero, strofinacci e spugnette. Quindi, conservare in frigorifero gli alimenti crudi, cotti e pronti al consumo in modo separato e all’interno di contenitori chiusi. Poi cuocere bene gli alimenti seguendo le indicazioni del produttore riportate in etichetta, evitando di preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumarsi previa cottura. In caso contrario conservarli in frigo e riscaldarli prima del consumo. Infine, non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente e rispettare la temperatura di conservazione riportata in etichetta. Insomma, i controlli da parte delle autorità e delle stesse aziende sono molto rigorosi e può essere che il cibo che acquistiamo sia libero da batteri, ma che poi si possa contaminare nella manipolazione casalinga”.
Come si conservano i cibi per evitare la contaminazione da batterio della Listeria?
“A questo proposito va sfatato un falso mito: la conservazione a freddo, a basse temperature, non uccide la Listeria, ma semplicemente ne blocca la proliferazione. Perché ci dia un’infezione occorre che la carica batterica sia elevata, quindi la conservazione in frigorifero è importante per evitare proprio la crescita dei batteri, ma non li elimina. Neppure il congelamento”.