NOTIZIE
STORIE

Che fine hanno fatto Doretta Graneris e Guido Badini dopo il massacro di Vercelli: intera famiglia sterminata

Il 13 novembre 1975 Doretta Graneris, 19 anni, sterminò la sua famiglia insieme al fidanzato Guido Badini. Ecco la storia del massacro di Vercelli

Pubblicato:

Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Ciò che da quasi 50 anni si racconta del massacro di Vercelli, messo in atto da Doretta Graneris e dal suo fidanzato Guido Badini, è lo scenario che Maria Ogliano, la nonna, si ritrova di fronte in quella maledetta mattina del 14 novembre 1975. Il ronzio del televisore, la luce del lampadario ancora accesa, l’odore ferroso del sangue e cinque corpi massacrati da 19 pallottole attorno al tavolo della sala da pranzo. Una composizione che colpisce nel suo sembrare così teatrale e composta, eppure è il risultato di una mattanza portata a termine da un amore diabolico e ossessivo.

Il massacro di Vercelli

Il 13 novembre 1975 Sergio Graneris (45 anni) e sua moglie Itala Zambon (41) siedono intorno al tavolo della sala da pranzo insieme ai genitori della donna, Margherita Baucero (76) e Romolo Zambon (79), e il figlio minore Paolo Graneris (13 anni).

Alle 20:30, all’ora di cena, i Graneris non aspettano nessuno ma sulla soglia compaiono la figlia Doretta e il fidanzato Guido. Lei ha 19 anni, lui 21 e insieme vivono a Novara. Sono venuti per cenare con la famiglia di lei, niente che sia fuori posto.

Doretta Graneris e Guido Badini, autori del massacro di Vercelli il 13 novembre 1975 quando sterminarono la famiglia di lei per l’eredità

Nel bel mezzo del convivio, Guido si alza e dice che scenderà giù a prendere le sigarette dalla macchina.

Doretta è pronta, ha già con sé la Beretta. Guido torna su con la sua Browning. È il momento: la coppia esplode 19 proiettili contro l’intera famiglia: la nonna paterna Margherita tenta di nascondersi sotto il tavolo, ma viene raggiunta lo stesso dalla furia della coppia.

Lo stesso destino colpisce il piccolo Paolo e tutti gli altri, senza pietà. Terminata la mattanza, in quella sala da pranzo restano i corpi sul pavimento e quello di Sergio, il papà di Doretta, sulla sedia con la testa reclinata all’indietro e lo sguardo terrorizzato rivolto al soffitto.

Tra le dita stringe una sigaretta mai accesa e di fronte, quasi come un monito spettrale, il televisore Grundig 24” trasmette il varietà di Macario sul secondo canale.

Doretta e Guido lasciano quella casa e si recano da alcuni amici per crearsi un alibi, ma la loro libertà ha le ore contate.

L’indomani mattina, il 14 novembre, a scoprire la strage è Maria Ogliano, la mamma di Sergio Graneris nonché nonna paterna di Doretta.

Sergio ha rilevato l’officina del suocero in corso Fiume 53, ma quella mattina gli operai sono fuori al freddo. È strano, perché il loro capo è sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Così uno di loro avverte la signora Ogliano, che decide di andare alla villetta di via Caduti nei Lager 9, dove suo figlio Sergio abita insieme alla famiglia.

Dall’esterno, Maria nota che la luce del lampadario è ancora accesa, dunque sale di sopra. Una volta aperta la porta le arriva il rumore sinistro del televisore, poi arriva alla sala da pranzo e fa la macabra scoperta.

Chi ha sterminato la famiglia Graneris? E dov’è la povera Doretta, l’unica sopravvissuta?

L’arresto di Doretta Graneris e Guido Badini

Doretta e Guido vivono a Novara, nella casa che lui ha ereditato dalla povera mamma morta qualche anno prima.

Tra una settimana si sposeranno e i genitori di lei, con una mano sul cuore, hanno già acquistato per loro il mobilio. L’attività dei Graneris è redditizia, per questo la famiglia ha accolto il giovane Guido Badini per farlo lavorare nell’officina.

Badini è disoccupato e Doretta non trova un lavoro. Ora tutto è crollato: Doretta ha perso i genitori, il fratello e i nonni materni in una strage immotivata. I carabinieri raggiungono la coppia con l’ingrato obiettivo di comunicare alla 19enne che la sua famiglia è stata vittima di un massacro.

Doretta e Guido sono al mercato rionale, di fronte al banco dei carciofi. I militari cercano di avvicinarli con indiscrezione, ma Doretta è troppo impegnata a contrattare il prezzo dei carciofi.

Poi uno di essi riesce a dare la terribile notizia alla ragazza, che si volta verso di lui e lo guarda con freddezza: “Capisco”, riesce a dire. Il distacco della coppia di fronte a una notizia del genere insospettisce da subito gli inquirenti, che concentrano da subito le indagini nei loro confronti.

Nell’auto di Guido Badini viene rinvenuto un bossolo. Nella sua abitazione altri bossoli, tutti compatibili con una Beretta e una Browing, proprio le armi che sono state impiegate per la strage.

Doretta Graneris e Guido Badini vengono arrestati. Perché hanno sterminato la famiglia Graneris?

Il movente e il piano

Guido è un disoccupato, vicino all’estrema destra e appassionato di armi; Doretta è un’insicura per via del suo aspetto fisico. I due si conoscono durante la festa di Capodanno del 1973 e scoprono da subito una passione bruciante.

I funerali della famiglia Graneris dopo il massacro del 13 novembre a Vercelli

La loro relazione esplode da subito, i due si frequentano e nessuno dei due riesce a fare a meno dell’altro. Con l’amore per Guido, Doretta scopre la sua voglia di libertà ed emancipazione, ma la sua famiglia è troppo severa per accettare quella storia d’amore tra due amanti così giovani e senza un’occupazione.

Doretta litiga con la famiglia e si trasferisce a Novara, ma i due non hanno un mezzo di sostentamento. Per questo si concentrano sulla possibilità di intascare l’eredità dei Graneris.

Il movente, infatti, è proprio legato al denaro: con la morte dei Graneris, Doretta intascherebbe l’eredità e si assicurerebbe un futuro con il suo uomo.

Nel frattempo i due consumano una relazione sempre più torbida, un’unione quasi tossica che li porterà a desiderare la morte dei Graneris, il loro sterminio.

Lucidamente ingaggiano un terzo uomo, Antonio D’Elia: loro arriveranno dai Graneris su un’auto a noleggio, lui li raggiungerà su un’auto rubata e li aspetterà dabbasso per poi riportarli a Novara dopo la strage.

Perché quel bossolo nell’auto di Badini, se hanno usato un’auto a noleggio e un’auto rubata? Badini ha il risvolto ai pantaloni, e un bossolo è finito dentro per poi cascare nella sua auto.

La condanna

Dal carcere, Doretta non smette di inviare lettere d’amore al suo Guido, che però si sta preparando a difendersi dalla sua – ormai – ex fidanzata. Guido Badini, infatti, sostiene di essere stato plagiato dalla ragazza, che respinge l’accusa.

Il resto del processo si consumerà con i due amanti che rimbalzano le responsabilità. La perizia psichiatrica stabilirà che Guido è un millantatore, Doretta ha una pronunciata immaturità, ma nessuna attenuante: sono capaci di intendere e di volere.

Entrambi vengono condannati all’ergastolo.

Che fine hanno fatto Doretta Graneris e Guido Badini?

Nel 1992 Doretta Graneris ha ottenuto la semilibertà, nel 2000 la condizionale. Secondo un articolo pubblicato nel 2021 da ‘Corriere della sera’, oggi la ‘belva di Vercelli’ – questo l’appellativo che le attribuì la stampa dopo la strage – vivrebbe in un appartamento e non vuole più parlare di quella vicenda, rifiutando ogni contatto con i giornalisti.

Guido Badini, invece, nel 1993 ha ottenuto la semilibertà per poi tornare in carcere per reati legati allo spaccio di droga e oggi non si hanno notizie.

Entrambe le loro vite, oggi sono lontane dall’occhio indiscreto della vita pubblica. La loro storia fa parte dei più terribili parricidi della cronaca nera italiana insieme al delitto di Novi Ligure, il caso Carretta e la strage compiuta da Pietro Maso.

Fonte foto: ANSA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963