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POLITICA ESTERA

Benjamin Netanyahu difende Elon Musk dopo il saluto romano: "Amico di Israele diffamato ingiustamente"

Netanyahu ha preso le parti di Musk sul caso del presunto saluto romano all'insediamento di Trump, affermando che l'imprenditore è "amico di Israele"

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Nessun gesto nazista, Musk è amico di Israele. Lo assicura Benjamin Netanyahu schierandosi con il multimiliardario sulla bufera del presunto saluto romano durante l’insediamento di Donald Trump. Con un post su X il premier dello Stato ebraico è intervenuto per provare a mettere fine al caso dell’azione ambigua compiuta dal Ceo di Tesla sul palco di Washington, che continua a tenere banco.

Il caso del saluto romano

Il primo ministro israeliano ha sostenuto la sua difesa al patron di X condividendo l’ultimo post con cui lo stesso Musk ha cercato di schermirsi dalle accuse: “I radicali di sinistra sono davvero arrabbiati perché hanno dovuto prendersi del tempo dalla loro giornata impegnata a lodare Hamas per chiamarmi nazista” ha scritto il multimiliardario in uno dei tentativi di contrattacco lanciati dopo l’esplosione del caso.

Elon Musk è stato falsamente diffamato” ha sentenziato Netanyahu nel suo commento, prendendo le parti di quello che definisce “un grande amico di Israele”.

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La difesa di Netanyahu

Nel suo post Netanyahu ha ricordato come il patron di X abbia “visitato Israele dopo il massacro del 7 ottobre, in cui i terroristi di Hamas hanno commesso la peggiore atrocità contro il popolo ebraico dall’Olocausto”.

“Da allora ha ripetutamente e con forza sostenuto il diritto di Israele a difendersi dai terroristi e dai regimi genocidi che cercano di annientare l’unico e solo stato ebraico. Lo ringrazio per questo” ha concluso il premier israeliano.

I rapporti con Elon Musk

I rapporti tra i due si sono diventati più stretti dalla visita di Elon Musk in Israele dopo il massacro di Hamas, un incontro sufficiente a cancellare la bufera che aveva travolto l’imprenditore per il suo sostegno su X a un post ritenuto antisemita, in cui un utente accusava le comunità ebraiche di cavalcare “lo stesso tipo di dialettica dell’odio contro i bianchi che vogliono non sia usata contro di loro”.

In seguito al polverone, diverse multinazionali, da Ibm a Disney, da Paramount ad Apple, avevano ritirato la pubblicità da X e, per provare a rimediare, il multimiliardario era stato costretto a un tour di pubbliche relazioni, che l’avevano portato a definirsi “aspirante ebreo” durante una visita al campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau.

In occasione del volo a Tel Aviv, Musk aveva messo a disposizione della propaganda di Netanyahu gli oltre 200milioni di follower del suo profilo.

Una potenza di fuoco mediatica alla quale si è appellato anche il presidente israeliano Isaac Herzog nel corso delle trattative con Hamas per la liberazione degli ostaggi: “L’obiettivo è esercitare pressione ovunque sia possibile e non ci sono dubbi sulla influenza via social media dell’imprenditore” ha dichiarato il portavoce del capo di Stato.

Fonte foto: ANSA

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