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Wolverhampton accusa il Como di razzismo verso il giocatore Hwang, in amichevole volano pugni ed espulsioni

L'amichevole tra Wolverhampton e Como teatro di un presunto caso di razzismo: Hwang accusa, la società lombarda difende i propri calciatori

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

Il precampionato del Como è stato scosso da un presunto caso di razzismo durante un’amichevole a porte chiuse contro il Wolverhampton. L’attaccante sudcoreano Hwang Hee-chan ha dichiarato di aver sentito un epiteto razzista da parte di un avversario.

Presunto caso di razzismo durante l’amichevole

Come riporta Sport Mediaset, l’incidente ha subito acceso gli animi, portando all’espulsione di Daniel Podence, che ha tentato di sferrare un pugno a un giocatore del Como per difendere il compagno di squadra.

Il Wolverhampton ha rilasciato una nota ufficiale sull’episodio, con il tecnico Gary O’Neil che ha espresso pieno sostegno a Hwang.

Un contrasto durante l’amichevole tra Como e Wolverhampton

L’allenatore ha dichiarato di aver parlato con Hwang subito dopo l’incidente, offrendo la possibilità di abbandonare la partita, ma Hwang ha deciso di continuare a giocare.

O’Neil ha descritto l’accaduto come “davvero deludente” e ha sottolineato l’importanza di affrontare con fermezza situazioni simili.

Le accuse del Wolverhampton: reclamo alla Uefa

O’Neil ha inoltre lodato la determinazione di Hwang nel continuare a giocare per permettere alla squadra di completare l’allenamento.

Il Wolverhampton ha annunciato che presenterà un reclamo formale alla Uefa, condannando fermamente il razzismo e ogni forma di discriminazione.

Il mister degli inglesi ha aggiunto che il gruppo è unito e che Hwang avrà il pieno supporto dei compagni di squadra.

La difesa del Como: Hwang non è stato offeso

Il Como ha risposto alle accuse spiegando che la frase incriminata era “si crede Jackie Chan” e che non aveva alcun intento denigratorio. Il club ha parlato con il difensore coinvolto, il quale ha affermato che il commento era rivolto a un compagno di squadra e non intendeva offendere Hwang.

La società lombarda ha inoltre ribadito la propria politica di tolleranza zero verso qualsiasi forma di discriminazione, sottolineando che il loro giocatore non aveva intenzione di offendere.

Negli ultimi mesi gli episodi di razzismo legati al calcio di alto livello sono stati diversi. Altrettanti sono stati i calciatori che si sono ribellati e hanno risposto per le rime ai razzisti, come nel caso dell’ex portiere del Torino Lys Gomis.

Fonte foto: Getty Images

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