Vladimir Putin rinuncia a conquistare Kiev: rischio escalation oltre l'Ucraina, il retroscena del Pentagono
La rinuncia di Putin a conquistare Kiev, la capitale dell'Ucraina, può portare a una pericolosa escalation: l'analisi del Pentagono e della Nato
Vladimir Putin ha rinunciato a conquistare Kiev e si prepara a spostare le truppe russe dal nord dell’Ucraina verso est. L’obiettivo, in particolare, sarebbe il Donbass per quella che si prefigura come la prossima grande battaglia, secondo il nuovo retroscena anticipato dal Pentagono.
- Putin rinuncia a conquistare Kiev, le parole del ministro della Difesa Usa
- Nuovo allarme della Nato sulle prossime mosse di Putin: rischio escalation fuori dall'Ucraina
- Cosa farà Putin adesso: il rischio è una grande battaglia nel Donbass
Putin rinuncia a conquistare Kiev, le parole del ministro della Difesa Usa
Secondo il ministro della Difesa statunitense, Lloyd Austin, il presidente russo Vladimir Putin “pensava che avrebbe potuto conquistare molto rapidamente l’Ucraina, catturare molto rapidamente questa capitale. Si era sbagliato”.
“Penso che Putin – ha anticipato il ministro del Pentagono – abbia rinunciato ai suoi sforzi per prendere la capitale e ora si sia concentrato sul sud e sull’est del Paese”.
Nuovo allarme della Nato sulle prossime mosse di Putin: rischio escalation fuori dall’Ucraina
Un’attenta analisi della situazione è quella condotta dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al termine della riunione dei ministri degli Esteri dall’Alleanza.
“Se la guerra sarà lunga – ha dichiarato Stoltenberg come riporta Agi – il rischio principale è per il popolo dell’Ucraina, che avrà più sofferenze, danni, morte e distruzione. Sarà innanzitutto una tragedia per loro e la responsabilità del presidente Putin di fermare questa guerra, di ritirare le truppe e impegnarsi in sforzi politici seri per trovare una soluzione”.
“Ma finché la guerra continua, c’è il rischio di una escalation oltre l’Ucraina. E su questo come Nato ci focalizziamo, sul prevenire l’escalation”, ha assicurato il numero uno della Nato.
“Ci focalizziamo sul prevenire l’escalation in parte facendo sì che gli alleati siano uniti nel dare lo stesso messaggio, ma anche aumentando la nostra presenza a est dell’Alleanza”, ha aggiunto Stoltenberg parlando ai ministri degli Esteri Nato.
“Abbiamo già fatto molto, ma nel recente Summit i capi di Stato e di governo hanno concordato di chiedere ai nostri comandi militari di fornire delle opzioni per cambiamenti a lungo termine nella nostra postura per affrontare gli effetti a lungo termine di questa guerra. Perché indipendentemente da quando finirà, avrà effetti a lungo termine, sulla nostra sicurezza, su come la Nato deve rispondere e sulla difesa collettiva per gli alleati”.
Cosa farà Putin adesso: il rischio è una grande battaglia nel Donbass
Infine, parlando delle prossime mosse di Putin, il segretario generale della Nato ha affermato: “Assistiamo a un raggruppamento russo e un riposizionamento delle loro forze, che si spostano fuori dall’Ucraina settentrionale, ma allo stesso tempo spostano quelle forze verso est”.
“Ci aspettiamo una grande battaglia nel Donbass, una grande offensiva russa – ha concluso -. Ed è per questo che gli alleati hanno anche sottolineato oggi l’urgenza di fornire maggiore sostegno all’Ucraina”.
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