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Vittorio Feltri contro il divieto di fumo all'aperto a Milano: "Ridicolo". Il gesto di "disobbedienza"

Feltri contro il divieto di fumo all’aperto a Milano: il direttore medita un gesto di disobbedienza contro quella che ritiene una limitazione alla libertà

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Vittorio Feltri dichiara guerra al divieto di fumo all’aperto emanato dal Comune di Milano. L’81enne direttore editoriale de Il Giornale è un fumatore accanito e, sebbene non sia abituato a fumare per strada, annuncia che il provvedimento gli appare “ridicolo” al punto tale da fargli venire voglia di disobbedire.

Vittorio Feltri e la disobbedienza sul fumo

A Milano dall’1 gennaio 2025 sarà vietato fumare a meno di 10 metri da altre persone in tutti gli spazi pubblici.

Feltri fuma da sempre, ma per farlo deve essere “tranquillo, seduto su un divano”, dice. Intervistato dal Corriere della Sera, il direttore risponde alla domanda se intenda rispettare l’ordinanza comunale.

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“Vedrò, forse disobbedirò. Qui siamo al proibizionismo più vecchio, come quello americano di cui ridiamo ancora”, sospira.

Nelle sue risposte, Feltri fa sfoggio del suo celeberrimo anticonformismo. Così replica alla domanda sui danni che il fumo arreca alla salute: “Ma chi l’ha detto? E poi se fa male sono problemi di chi lo fa”. E ancora: “Anche la mortadella fa male, ma non la vietano”.

Nel bilanciamento fra il diritto dei non fumatori a non essere esposti al fumo passivo e il diritto dei tabagisti di accendersi una bionda per strada, l’ago della bilancia morale di Feltri pende decisamente a favore di questi ultimi.

“Per strada io devo poter fare quello che voglio. Non capisco dove sta il problema”, commenta. “E allora che faccio, vado in giro con la bindella? Non mi sembra una decisione intelligente”.

Le polveri sottili secondo Vittorio Feltri

Feltri dichiara poi di non credere alle stime dell’Arpa Lombardia, secondo la quale il 7% delle polveri sottili è dovuto al fumo di sigaretta: “Io non ci credo. Se uno fuma tanto e gli viene un cancro al polmone lo capisco, ma che si raccontino queste favolette è ridicolo”.

Il direttore non tollera che lo Stato indossi il camice bianco del medico per costringere i cittadini a comportamenti salutisti: “A me sembra una follia. E allora facciamo la campagna perché la gente mangia la pizza che fa malissimo. E mi fa ridere che non si potrà fumare neanche nei dehors”.

Il direttore contro le battaglie ideologiche

“La battaglia antifumo contiene un aspetto ideologico”, tuona il direttore, nonostante la prima tessera del mosaico l’abbia messa il ministro della Salute Girolamo Sirchia, nel governo di centro-destra Berlusconi II, con il divieto di fumo all’interno dei locali pubblici.

Feltri sostiene di fumare così tanto da non riuscire a tenere il conto: “Più che posso”. Impossibile tenere la conta quotidiana dei pacchetti di sigarette consumati.

Fonte foto: IPA

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