Stop al fumo all'aperto a Milano, il parere di Silvio Garattini sulla decisione del Comune
Milano apre il 2025 con le restrizioni sul fumo all'aperto. Il parere dell'oncologo Silvio Garattini: "Sono d'accordo, estendere la norma"
Dal 1 gennaio Milano amplia il divieto di fumo all’aperto, riducendo le distanze per meglio proteggere la salute pubblica. A parlare di “misura necessaria” è Silvio Garattini, 96 anni, presidente dell’Istituto Mario Negri. Il fumo passivo è responsabile di 500 morti annue in Italia: Garattini auspica l’estensione del divieto in Lombardia e un aumento dei prezzi delle sigarette.
- Fumo vietato all'aperto a Milano dal 1 gennaio
- Il parere di Silvio Garattini
- I rischi del fumo passivo secondo l'esperto
Fumo vietato all’aperto a Milano dal 1 gennaio
Milano introduce nuove regole sul fumo: dal 1 gennaio sarà vietato fumare in tutti gli spazi pubblici o ad uso pubblico all’aperto, a meno di mantenere una distanza minima di dieci metri dalle altre persone.
Il divieto, limitato ai prodotti a base di tabacco e non alle sigarette elettroniche, include anche i dehors di bar e ristoranti. Questa iniziativa si aggiunge alle restrizioni già in vigore dal 2021, che proibiscono il fumo in luoghi come fermate dei mezzi pubblici, parchi e impianti sportivi, nonostante i controlli siano stati finora sporadici.
Silvio Garattini
L’obiettivo delle nuove norme è duplice: proteggere i cittadini dai danni del fumo passivo e contribuire alla riduzione delle polveri sottili PM10, a cui il tabacco contribuisce per il 7%.
Il parere di Silvio Garattini
Il ricercatore e oncologo Silvio Garattini ha espresso soddisfazione per l’iniziativa del Comune di Milano, augurandosi che possa estendersi a macchia d’olio.
“È una scelta che suggerisco da molto tempo perché il fumo passivo è profondamente ingiusto: basti dire che in Italia abbiamo almeno 500 morti all’anno per una serie di malattie che derivano da questo” ha ricordato Garattini, intervistato da Il Giorno.
Garattini ha chiarito che la norma andrebbe estesa ulteriormente. “Noi dell’Istituto Mario Negri lo diciamo da anni: l’autorità deve difendere coloro che non fumano” ha aggiunto. “Questa norma è necessaria: abbiamo 50 miliardi di sigarette che ogni anno inquinano il nostro Paese, diffondendo sostanze tossiche nell’atmosfera”.
I rischi del fumo passivo secondo l’esperto
Nel commentare il divieto di fumo all’aperto, Garattini ha poi ricordato che il rischio maggiore viene dalla cattiva abitudine di gettare i mozziconi di sigaretta a terra. Le sostanze nocive, in questo modo, finiscono facilmente nell’acqua e negli alimenti, contribuendo all’insorgenza di decine di malattie.
“Non ci sono solo i tumori ma molto altro: fumare o respirare il fumo altrui aumenta la probabilità di contrarre varie patologie, come per esempio l’artrite reumatoide” ha chiarito Garattini.
“In Italia i fumatori sono oltre 12 milioni, i quali hanno un peso non indifferente in termini di patologie da curare e di conseguenza di lavoro per il sistema sanitario nazionale. E le liste di attesa si allungano per tutti”.
Il ricercatore 96enne ha sottolineato infine la discrepanza sul tema fra l’Italia e il resto del mondo. “Occorrerebbe anche aumentare il costo delle sigarette, allineandolo a quello di altri Paesi. Da noi un pacchetto da 20 sigarette costa in media 4,5 euro. In Francia 12 euro, in Inghilterra 10 sterline (12 euro, ndr), in Australia quasi 20 euro”.