Urla e bestemmia mentre gioca alla PlayStation in casa a Torino, la vicina citofona e accoltella la madre
A Torino una donna di 60 anni ha aggredito la vicina di casa con un coltello perché il figlio, giocando alla PlayStation e urlando, le negava il sonno
Tragedia sfiorata a Torino, dove una donna di 60 anni è stata arrestata dopo aver accoltellato la vicina di casa. La vittima, che fortunatamente non ha riportato ferite gravi, si sarebbe intromessa in un litigio tra suo figlio e la 60enne, su tutte le furie perché – in base a quanto ricostruito – il ragazzo avrebbe avuto l’abitudine di giocare alla PlayStation nella sua abitazione, urlando bestemmie e improperi.
- Donna accoltella la vicina di casa a Torino
- I soccorsi e la denuncia
- L'abitudine notturna di giocare alla PlayStation
Donna accoltella la vicina di casa a Torino
L’episodio è avvenuto nella notte tra martedì 17 e mercoledì 18 dicembre in un condominio in corso Cincinnati, alla periferia del capoluogo piemontese, in zona Lucento.
La camera da letto del giovane, un 30enne disoccupato, confinerebbe con quella della 60enne. Per questo – come riportato da La Stampa – mentre la donna stava cercando di prendere sonno, sarebbe stata infastidita dalle urla del ragazzo.
La signora avrebbe quindi deciso di presentarsi alla porta dei vicini, armata di coltello da cucina.
I soccorsi e la denuncia
In seguito all’aggressione sono intervenute sul posto le volanti del commissariato di Madonna di Campagna (Torino), insieme a un’ambulanza del 118.
Il personale sanitario ha valutato le ferite riportate dalla madre del ragazzo come non gravi.
La 60enne è stata quindi denunciata per lesioni.
L’abitudine notturna di giocare alla PlayStation
In base a quanto ricostruito finora, il figlio della vittima aveva l’abitudine di trascorrere intere notti a giocare con i videogiochi online, in particolare con la famosa console di casa Sony, la PlayStation (che pochi giorni fa ha festeggiato il 30esimo anniversario dal lancio del primo modello).
Il giovane, con indosso cuffie da gaming e microfono, non si sarebbe reso conto del volume delle parolacce e delle bestemmie che, con l’eco dell’appartamento, era amplificato.
Gli episodi di disturbo sarebbero stati molteplici: già prima dell’aggressione la situazione tra i vicini sarebbe stata particolarmente tesa.