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Tribunale di Roma contro il trattenimento dei migranti in Albania, furia Salvini contro la sospensione

Il tribunale di Roma ha sospeso il giudizio di convalida dei provvedimenti di trattenimento di 7 migranti portati nel Cpr italiano in Albania. Il commento di Matteo Salvini: "Sentenza politica"

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

“Un’altra sentenza politica non contro il Governo, ma contro gli italiani e la loro sicurezza”. Matteo Salvini commenta così  la decisione del tribunale di Roma di sospendere il giudizio di convalida dei provvedimenti di trattenimento nei confronti di 7 migranti di origini egiziana e bengalese portati lo scorso venerdì 8 novembre nel Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) italiano in Albania. Come già avvenuto in passato, anche stavolta i giudici hanno rimesso la questione alla corte di giustizia dell’Unione Europea.

La decisione sui migranti nel Cpr italiano in Albania

Dopo la decisione del tribunale romano, servirà ora stabilire se a prevalere sia l’ultimo decreto relativo ai cosiddetti “paesi sicuri” – che prevederebbe un iter di espulsione automatico per i migranti – o l’ultima parola dei giudici europei.

Il provvedimento, intanto, si limita a fare riferimento a una “dubbia compatibilità” tra la norma italiana e quella di Bruxelles.

Gruppo di migranti sbarcato dalla nave Libra della Marina Militare italiana a Shengjin, in Albania

Non si tratta della prima sentenza contro i Cpr voluti dal governo di Giorgia Meloni dopo il protocollo tra Roma e Tirana.

Alcune settimane fa, in seguito a un altro provvedimento giudiziario, 12 migranti erano tornati in Italia dopo essere sbarcati in Albania.

Ora i 7 migranti egiziani e bengalesi torneranno nel nostro paese, approdando a Brindisi, a bordo di una nave della Marina militare.

La nota del tribunale di Roma

“Deve evidenziarsi che i criteri per la designazione di uno Stato come Paese di origine sicuro sono stabiliti dal diritto dell’Unione europea”, hanno fatto sapere i giudici capitolini attraverso una nota diffusa per motivare la decisione.

“Pertanto – prosegue il messaggio – ferme le prerogative del legislatore nazionale, il giudice ha il dovere di verificare sempre e in concreto – come in qualunque altro settore dell’ordinamento – la corretta applicazione del diritto dell’Unione, che, notoriamente, prevale sulla legge nazionale ove con esso incompatibile, come previsto anche dalla Costituzione italiana”.

Il provvedimento sottolinea che “deve essere chiaro che la designazione di Paese di origine sicuro è rilevante solo per l’individuazione delle procedure da applicare”.

E ancora: “L’esclusione di uno Stato dal novero dei Paesi di origine sicuri non impedisce il rimpatrio e/o l’espulsione della persona migrante la cui domanda di asilo sia stata respinta o che comunque sia priva dei requisiti di legge per restare in Italia”.

La scelta, a ogni modo, acutizzerà ulteriormente gli attriti esistenti tra la maggioranza di Governo e la magistratura.

La reazione di Matteo Salvini

“Un’altra sentenza politica non contro il governo, ma contro gli italiani e la loro sicurezza. Governo e Parlamento hanno il diritto di reagire per proteggere i cittadini, e lo faranno”, ha scritto sul proprio profilo X il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini.

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“Sempre che qualche altro magistrato, nel frattempo, non mi condanni a sei anni di galera per aver difeso i confini…”, ha aggiunto il leader del Carroccio riferendosi al processo Open Arms, la cui prossima udienza è fissata al 20 dicembre.

Fonte foto: ANSA

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