Edoardo Bennato e i rapporti con la destra: la festa di An, la foto con Salvini e "Viva la mamma" di Meloni
Edoardo Bennato da icona della sinistra a simbolo della destra: la parabola del cantautore ospite al Festival di Sanremo 2025
“Seconda stella a destra, questo è il cammino…”. Nel novembre 2018 Matteo Salvini pubblicava un selfie con Edoardo Bennato, cantautore che spesso ha incrociato sul suo tragitto proprio il centrodestra, sul palco o altrove. Dell’ospite della terza serata del Festival di Sanremo 2025, Renato Marengo, storico conduttore radiofonico e produttore discografico napoletano, aveva detto: “È sempre passato per uno di sinistra senza di fatto esserlo”.
- La festa dei Giovani di An e la "colpa" di Bertinotti
- "Sono solo canzonette" contro la Festa dell'Unità
- "Viva la mamma" cantata da Giorgia Meloni
- Il selfie di Salvini con Bennato
- I Festival a sinistra
- Il concerto con Beppe Grillo e il M5S
La festa dei Giovani di An e la “colpa” di Bertinotti
In un’intervista rilasciata al Giornale nel settembre 2008, Edoardo Bennato aveva dichiarato di aver capito di parlare a più gente possibile dopo un colloquio con Fausto Bertinotti a Bordighera, alla fine di un concerto: “Viene e mi fa: ‘Quello che dice dovrebbero ascoltarlo tutti i giovani italiani’. L’ho preso come un segnale. È giunto il momento di mettere da parte i pregiudizi, mi sono detto, e portare ovunque il rock”.
E in effetti Bennato ha suonato ovunque e per (quasi) tutti: dai concerti sotto l’Italsider (stabilimento siderurgico, quindi un contesto operaio) di Bagnoli alla festa dei Giovani di Alleanza Nazionale, al Governo – all’epoca, era il 2008 – con Silvio Berlusconi.
Nella stessa intervista, il cantautore sottolineava che “è giusto essere antifascisti, ma è giusto anche ricordare le Foibe, e dire che ogni regime è peggio della peggiore democrazia. Allora io penso che si debbano chiudere i dissensi anacronistici. Perché i morti non torneranno in vita. E perché in fondo la storia la scrivono i vincitori, noi non c’eravamo”.
Ma i punti di contatto con la destra sono altri, e lui stessi li ricordava proprio al Giornale: “Sono anche andato al compleanno di Roberto Maroni (morto nel 2022, ndr), ci unisce la passione per la musica. Quello che penso dei partiti poi è chiaro a chi ascolta le mie canzoni”.
“Sono solo canzonette” contro la Festa dell’Unità
Nel novembre 2024 Ignazio La Russa, presidente del Senato, al Secolo d’Italia ha dichiarato che Edoardo Bennato “ha fatto canzoni contro le feste dell’Unità, ma nessuno lo sa”.
Il riferimento è a uno dei suoi più grandi successi, Sono solo canzonette: “Era contro la Festa dell’Unità, me lo ha detto lui stesso, ma non lo ha mai divulgato”.
E la seconda parte del brano, uscito nel 1980, in effetti era un’invettiva nei confronti del sistema, espressione – in particolare – del Partito comunista di allora.
In particolare questo passaggio:
Gli impresari di partito
mi hanno fatto un altro invito
e hanno detto che finisce male
se non vado pure io
al raduno generale
della grande festa nazionale!
hanno detto che non posso
rifiutarmi proprio adesso
che anche a loro devo il mio successo,
che son pazzo ed incosciente
sono un irriconoscente
un sovversivo, un mezzo criminale
“Viva la mamma” cantata da Giorgia Meloni
Nel 2016 Giorgia Meloni, ospite del format di Radio Rock in cui i politici si cimentano nel karaoke, aveva scelto Viva la mamma proprio di Bennato.
Il selfie di Salvini con Bennato
Due anni dopo, Matteo Salvini – leader della Lega e allora ministro dell’Interno – pubblica un selfie con Bennato: “Seconda stella a destra, questo il cammino….”.
Poi la chiosa del Capitano: “Adoro Bennato”.
I Festival a sinistra
Ma, come ricostruito in un lungo articolo su Rockit, Bennato era partito dall’altra parte.
Negli anni Settanta a Siena, in un festival organizzato da Lotta Continua, “la forza politica che gli dà più lavoro assieme al PCI e alle sue Feste dell’Unità, viene pagato la miseria di 10.000 lire, ovvero 62 euro di oggi”, scrive la testata.
Renato Marengo, conduttore radiofonico e discografico napoletano, in Edoardo Bennato. Venderò la mia rabbia di Francesco Donadio ha detto che il cantautore “è sempre passato per uno di sinistra senza di fatto esserlo. Edoardo non dichiarava mai cos’era. Un giorno […] disse: ‘Ma io non capisco, quelli so’ cattivi, quelli so’ buoni, ma mio padre è monarchico ed è una brava persona’. Lui aveva un’ingenuità politica, ma era molto prudente, molto attento a non esporsi mai. I testi se li leggi, li interpreti in maniera rivoluzionaria perché lui grida, canta… Però se li leggi alla base…”.
Per Sandro Colombini “Bennato era anarchico. Lui la parola compagno non l’ha mai usata. Da buon napoletano, si è barcamenato. E ovviamente il barcamenarsi è più facile stando in quella zona dell’anarchia, perché rifiuti comunque il potere costituito”.
Luigi Manconi, marito di Bianca Berlinguer, lo aveva classificato “nel radicalismo piccolo-borghese dell’intellettuale deprivilegiato che la crisi del regime capitalistico e l’influenza della lotta operaia può portare a una scelta di classe; e che per ora osserva – frustrato, rabbioso, incarognito – lo sfascio di quel ceto dominante che ha appena fatto in tempo a tradire”.
Il concerto con Beppe Grillo e il M5S
L’11 ottobre 2014 aveva suonato accompagnando Beppe Grillo, che al Circo Massimo di Roma, nella rassegna Italia 5 Stelle, si era cimentato in un blues.
