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Toyota sospende le attività dopo l'esplosione a Bargellino, l'annuncio sugli operai in cassa integrazione

Toyota ha chiuso lo stabilimento a Bergellino dopo l'esplosione e i due operai morti. I dipendenti verranno messi in cassa integrazione

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Dopo l’esplosione a Bargellino, Toyota ha comunicato la chiusura dello stabilimento di Bologna e la sospensione delle attività. Gli operai saranno posti in cassa integrazione ordinaria.

Il provvedimento di Toyota e la cassa integrazione

La decisione di Toyota Material Handling è arrivata nel corso di una riunione nel pomeriggio di giovedì 24 ottobre e all’indomani dell’esplosione che, nella sede in zona Bargellino, ha provocato la morte di due operai e il ferimento di altri.

Lo stabilimento sarà chiuso, tutte le attività lavorative, in presenza e da remoto, saranno sospese fino a nuova comunicazione. Sarà aperta anche la cassa integrazione ordinaria con partenza dal 23 ottobre e scadenza ancora ignota.


Il punto esatto dove si trova lo stabilimento

Cos’è successo a Bargellino: cosa ha provocato l’esplosione

L’esplosione nella sede di Bargellino, nei pressi di Bologna, è stata probabilmente innescata, intorno alle 17.20 di mercoledì 23 ottobre, da un compressore e ha fatto crollare una parte di un capannone. Sul caso è stata aperta un’inchiesta che deve accertare se vi siano state responsabilità umane o meno.

L’area interessata dall’esplosione è al momento sotto sequestro.

Nella giornata successiva all’incidente, fin dalla mattinata, si sono radunate oltre 50 persone nei pressi dello stabilimento. Sono colleghi e amici di Lorenzo Cubello, 37 anni, e Fabio Tosi, 34, i due operai defunti cui è stato reso omaggio con tanti mazzi di fiori appoggiati sul muro esterno della sede di Toyota Material Handling.

Lavoratori in sciopero

Il tema della sicurezza sul lavoro era dibattuto anche nella stessa azienda. I delegati sindacali avevano infatti proclamato due ore di sciopero a fine turno per chiedere una maggiore attenzione. Ora la Fim-Cisl ha chiesto che venga fornito supporto psicologico ai dipendenti quando verranno riprese le attività lavorative.

Per la giornata del 25 ottobre era già previsto uno sciopero di otto ore del settore automotive che, ancor di più, toccherà ora il punto della sicurezza. Lo avevano indetto i sindacati metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil dell’area metropolitana di Bologna. Il segretario provinciale Fiom, Simone Selmi, ha detto. “Vogliamo che il tema sicurezza venga affrontato in modo sistematico. Non possiamo pensare che nell’era digitale siamo ancora di fronte ad episodi di questo tipo. Abbiamo necessità di porre un freno, ma anche di costruire un meccanismo di sistema che preveda la partecipazione di istituzioni, organizzazioni di impresa e sindacali, per alzare il livello di attenzione“. L’Unione Sindacale di Base (Usb) ha sottolineato la necessità di “andare fino in fondo per l’individuazione delle cause e responsabilità della strage”.

Solo sei mesi fa, le stesse zone del Bolognese erano state teatro di un altro incidente sul lavoro, quando a Suviana sette tecnici morirono mentre lavoravano a un collaudo nella centrale idroelettrica.

Fonte foto: Ansa

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