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CRONACA ESTERA

Suore clarisse scomunicate in Spagna dopo le frasi contro Papa Francesco: chi sono le monache dei cioccolatini

Scomunicate le suore clarisse in Spagna conosciute come le monache dei cioccolatini. Il provvedimento è stato emesso dall'arcivescovo di Burgos Mario Iceta dopo le frasi contro Papa Francesco

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Rottura totale fra il Vaticano e 10 suore scomunicate in Spagna, ribelli dei monasteri di Belorado (Burgos) e Orduna (Vitoria): le religiose hanno annunciato di voler abbandonare la Chiesa cattolica con decisione “irreversibile e unanime”, contro Papa Francesco. Le donne hanno annunciato di essersi messe sotto la protezione di un sacerdote già scomunicato nel 2019. Anche loro affronteranno lo stesso destino: la scomunica è già stata emessa, ma le autorità ecclesiastiche hanno lasciato una porta aperta. Chi sono le monache dei cioccolatini.

Suore clarisse scomunicate

L’arcivescovo di Burgs, Mario Iceta, ha emesso il decreto di scomunica “e la relativa espulsione dalla vita consacrata per ciascuna delle dieci consorelle”.

Nel suo comunicato, Iceta ha puntualizzato che “la Dichiarazione di scomunica è un’azione giuridica considerata dalla Chiesa come una misura medicinale, che muove la riflessione e la conversione personale”. L’arcivescovo è tuttavia pronto a ritirare il decreto in caso di pentimento delle suore.

Recentemente, in Italia, anche monsignor Carlo Maria Viganò è stato accusato di scisma per aver criticato la Chiesa di Papa Francesco. “Considero le accuse contro di me un onore”, ha replicato.

Monache dei cioccolatini contro il Vaticano

Le consacrate sono famose in Spagna come le “suore dei cioccolatini” per via dei dolcetti da loro prodotti.

Le monache ribelli della comunità delle Clarisse avevano inviato una raccomandata all’arcivescovado di Burgos Mario Iceta per comunicare la decisione irrevocabile di voltare le spalle alla Chiesa cattolica.

Le religiose avevano assicurato di non temere la scomunica poiché qualunque “condanna o sanzione canonica” per loro è “nulla” in quanto “non ha potere sulle anime” ed è “carente di effettività”.

Le suore avevano puntualizzato che la loro è una “matura, meditata e cosciente riflessione”. “Ci separiamo liberamente e volontariamente – avevano aggiunto – all’unanimità e con allegria di spirito”. Il comunicato è stato poi postato anche sui loro canali social.

In più occasioni le suore hanno dichiarato di non “non riconoscere il Papa” e che “il Vaticano è una farsa”. Accusano Francesco di usare “linguaggi doppi e confusi” e di contraddirsi. In sintesi, non riconoscono in lui il vicario di Cristo.

Uno dei possibili riferimenti è a quella che inizialmente pareva un’apertura del Papa al mondo Lgbt e alla quale era poi però seguita una condanna dell’ideologia gender. Tutto questo era avvenuto molto prima della famosa gaffe sulla “frociaggine”.

La compravendita bloccata

Nel 2020 le clarisse avevano raggiunto un accordo con il vicino vescovado di Vitoria per acquistare il convento di Orduña, nei Paesi Baschi. Ma l’operazione era stata “bloccata da Roma”.

Per reperire i fondi per l’acquisto del nuovo convento, le monache avrebbero venduto un monastero ma il Vaticano ha fatto saltare l’operazione. Le monache hanno accusato il Vaticano di avere “messo i bastoni tra le ruote alla nostra comunità”.

Sotto la protezione di Pablo de Rojas Sanchez-Franco

Le consorelle si sono poste sotto la tutela e la giurisdizione di Pablo de Rojas Sanchez-Franco e della sua Pia Union de Santi Pauli Apostoli. Il gruppo religioso non è in comunione con il Vaticano, che lo considera una setta. Il loro fondatore è stato scomunicato nel 2019.

Fonte foto: IPA / Istagram tehagoluz

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