Soleimani ucciso, venti di guerra: la decisione dell'Italia
Le missioni di addestramento della Nato in Iraq sono state sospese fino a nuovo ordine
In seguito all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, del nuovo raid Usa e delle minacce ricevute durante i funerali celebrati oggi, la Nato ha deciso di sospendere le sue missioni di addestramento in Iraq. A riferirlo, come riporta Ansa, è un portavoce dell’Alleanza.
La missione della Nato in Iraq, infatti, conta qualche centinaio di soldati e dall’ottobre 2018 addestra le forze del Paese su richiesta del governo iracheno nell’ambito della lotta all’Isis.
“La missione della Nato continua ma le sue attività di addestramento sono al momento sospese” ha spiegato il portavoce White. Lo stesso portavoce ha poi confermato che il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha avuto una conversazione telefonica con il ministro americano per la Difesa, Mark Esper dopo gli sviluppi recenti.
Inoltre, secondo quanto appreso dall’Adnkronos, anche l’Italia ha preso una decisione e ha sospeso “in linea con la coalizione” l’addestramento delle truppe irachene. Si tratta di “una delle misure di sicurezza decise”. La missione di addestramento, si spiega, “una volta stabilizzata la situazione, verrà ripresa quanto prima”.
La sospensione dell’addestramento alle truppe irachene, specificano ancora le fonti, non riguarda l’intera missione ma soltanto una delle attività della missione stessa.
Soleimani ucciso, venti di guerra: il commento del ministro Guerini
Il ministro della difesa Lorenzo Guerini, intervistato da SkyTG24, ha riferito: “Le missioni continuano come programmate, c’è stato un innalzamento delle misure di sicurezza previsto in situazioni di questo tipo e deciso con la coalizione. Nelle procedure di sicurezza che sono state innalzate si è deciso di sospendere temporaneamente l’attività di addestramento delle forze irachene, che riprenderà appena le condizioni lo permetteranno. La missione prosegue e questa è una delle attività della missione”.
Il ministro, come riporta Ansa, ha spiegato che l’innalzamento delle misure di sicurezza “significa soprattutto limitare le attività fuori dalle basi e alzare le condizioni di sicurezza e di controllo sulle basi stesse e sui nostri insediamenti. Sono procedure previste in situazioni di questo tipo e vengono fatte ordinariamente”.
“Non ci sono elementi di preoccupazioni legate a evidenze particolari”, ha aggiunto, “però c’è una situazione di tensione che richiede da parte nostra che in tutte le nostre missioni vi sia l’innalzamento di queste misure. Le misure sono innalzate in tutte le missioni, è chiaro che c’è un focus particolare sulle nostre missioni nei teatri più vicini o direttamente o indirettamente collegati all’Iraq. Quindi l’Iraq stesso, il Libano e l’Afghanistan”.
Secondo Guerini, “appena le condizioni lo consentiranno, si riprenderà a lavorare in maniera ordinaria con l’attività proficua e i risultati positivi e con un lavoro dei nostri contingenti che è apprezzato da tutti gli interlocutori e che anche in situazioni di questo tipo può rivelarsi utile perché a noi viene riconosciuta capacità di equilibrio, dialogo e moderazione e di rapporti positivi con le istituzioni e le popolazioni”.