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CRONACA NERA

Sofia Stefani uccisa ad Anzola vicino Bologna dall'ex collega Giampiero Gualandi: era una militante del Pd

Sofia Stefani, uccisa da un colpo di pistola sparato dall'ex collega Giampiero Gualandi, era tesserata del Pd. Chi era tra attivismo e volontariato

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Le indagini sulla morte di Sofia Stefani, ex vigile di 33 anni uccisa nel pomeriggio del 16 maggio ad Anzola, sono nel pieno dello svolgimento. Si cercano increspature nelle dichiarazioni dell’ex collega Giampiero Gualandi, secondo cui il colpo di pistola che ha raggiunto Stefani alla testa è stato un incidente di pulizia dell’arma. Ma chi era Sofia Stefani? Tornando indietro nella sua vita, si scopre un grande impegno per il sociale e la militanza nel Partito Democratico.

Chi era l’ex vigile Sofia Stefani

Sofia Stefani era una vigile di 33 anni. Nel 2023 aveva prestato servizio per il comando della polizia locale intercomunale di Anzola del’Emilia e Sala Bolognese. Non molto attiva sui social, aveva poche foto che la ritraevano a lavoro: in auto o in ufficio. Chi la conosceva ha detto di lei che era orgogliosa del suo lavoro.

Oltre il lavoro però la giovane aveva diversi altri interessi, come il pattinaggio artistico a rotelle e una spiccata propensione ad aiutare il prossimo. Tra le diverse passioni anche la pittura. In un’occasione si è ritrovata insieme alla famiglia a dipingere i muri del ponte di via Stalingrado a Bologna.

 Sofia Stefani, chi era la vigile uccisa vicino Bologna

La relazione con Giampiero Gualandi

Secondo quanto riportato dall’Ansa, Giampiero Gualandi è sospettato di aver provocato la morte di Sofia Stefani sparandole alla testa: sembra che i due avessero avuto una rleazione.

Il 62enne è stato portato in carcere a Bologna.

I futili motivi

Nel frattempo la Procura di Bologna ha contestato le aggravanti dei futili motivi e del legame sentimentale a Gualandi.

Il fermo ai suoi danni è stato eseguito dai carabinieri del reparto operativo – nucleo investigativo e della compagnia di Borgo Panigale – su disposizione del pm Stefano Dambruoso.

Gualandi prestava servizio negli uffici della polizia locale.

La tessera del Pd: il cordoglio dei compagni

Tra le prime voci a mandare un saluto a Sofia Stefani c’è stata Federica Mazzoni, segretaria della Federazione democratica bolognese. “Purtroppo ancora un probabile femminicidio, quello di Sofia Stefani. Un dolore incredibile che tuttavia non ci consente il silenzio, né come cittadini e cittadine, né come istituzioni.

In attesa di accertamenti, ora è il tempo di stringersi alla famiglia, a cui a nome di tutto il Partito Democratico di Bologna porgo le più sentite condoglianze e tutta la nostra vicinanza”, ha detto (mentre un altro caso grave di ipotesi di violenza sessuale a Milano occupa i giornali).

La vigile infatti militava nel Partito Democratico. Fin da giovane ne ha frequentato gli spazi ed era ormai una tesserata storica. Tempo fa aveva viaggiato fino a Roma per salutare i compagni di partito.

Il volontariato e le Cucine Popolari

L’attivismo di Sofia Stefani era piuttosto pratico. Si impegnava nella politica con il Partito Democratico, ma anche attraverso attività locali.

Tra queste c’è la realtà di Cucine Popolari, che eroga i pasti a chi non ha la possibilità di nutrirsi giornalmente e adeguatamente. La famiglia Stefani era molto legata a Roberto Morgantini, il fondatore dell’iniziativa.

Fonte foto: ANSA/ Facebook Sofia Stefani

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