Sigfrido Ranucci torna con Report e attacca la Rai: "Io sono libero, ma guadagno 10 volte meno di altri"
Da ottobre torna Report, a condurre Sigfrido Ranucci. Intervistato, ha parlato tra i tanti temi anche del suo stipendio: "Sono pagato meno di altri"
Sigfrido Ranucci, a pochi giorni dal ritorno in tv del programma Report (previsto per l’8 ottobre), ha attacco (con toni pacati) la Rai. In un’intervista a Corriere della Sera il conduttore ammette di sentirsi libero in Rai, ma di essere pagato almeno 10 volte meno di tanti altri. Eppure, spiega, di rimanere per amore, anche se sente che è difficile lavorare con la nuova organizzazione.
Un nuovo Report: cosa cambia
L’8 ottobre torna Report e lo fa dopo un solo mese dalla fine della scorsa stagione. Per ripartire, ammette il conduttore Sigfrido Ranucci, hanno avuto davvero poco tempo rispetto al passato. Inoltre è aumentata la competizione, perché Report è stato infilato in una ricca domenica di programmazione.
Lo sa bene Ranucci, che il contesto è competitivo e li mette contro Fazio, Gramellini, le partite di calcio e forse anche qualche fiction Rai. “È come entrare in una giungla”, ha detto. Ma Report avrà più tempo (40 minuti in più) per tenere lo spettatore incollato allo schermo con inchieste e dibattiti, anche se con un budget diminuito.
Le critiche alla Rai
Report è un prodotto Rai, ma il budget di produzione è sceso ancora rispetto allo scorso anno, già in diminuzione. Il primo a rimetterci è stato proprio il conduttore Sigfrido Ranucci, che non si è lasciato scappare l’occasione di sottolineare come lui guadagni dieci volte in meno di altri in Rai.
Anche a fronte di questa realtà, il conduttore di Report è chiaro: non andrebbe mai altrove. “In Rai mi sono sempre sentito libero – ha detto – Poi ci sono stati momenti più difficili e altri meno”.
Il nuovo clima in Rai
C’è la sensazione di un nuovo clima in Rai dopo l’addio di Fabio Fazio e tanti altri, ma Ranucci non lo dichiara apertamente. Dice invece che “la Rai ha avuto il problema di sostituire Fazio e ha deciso di farlo con me. Dopodiché, stavamo bene come stavamo”, restando neutrale.
E sull’aria di epurazione (o di grandi cambiamenti, come l’arrivo del criticato Pino Insegno) conclude: “Sento che è difficile lavorare con questa nuova organizzazione per generi”.