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Vaccini Covid più sicuri nella realtà che nei test: la scoperta

Uno studio inglese ha svelato che la frequenza degli effetti indesiderati dei vaccini anti Covid è minore rispetto a quanto emerso nei test

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Un nuovo studio inglese inglese realizzato analizzando i dati provenienti da oltre 600 mila somministrazioni di vaccini anti Covid e pubblicato sulla rivista ‘The Lancet Infectious Disease’ ha fatto chiarezza sulla sicurezza dei principali protagonisti della lotta al coronavirus.

Come riporta ‘La Repubblica’, la conclusione a cui sono giunti i ricercatori è che la frequenza con cui i cosiddetti “eventi avversi” si verificano nella realtà è inferiore rispetto a quella che è stata registrata nei test che hanno condotto all’approvazione dei vaccini anti Covid.

Vaccini Covid: gli effetti indesiderati più comuni

Dagli studi clinici che hanno portato all’approvazione dei vaccini Pfizer-BioNTech, Moderna, Astrazeneca e Janssen, è emerso che gli effetti indesiderati più comuni sono: dolore locale nel punto dell’iniezione, affaticamento, mal di testa, dolori muscolari, brividi, dolori articolari, febbre, gonfiore locale nel punto dell’iniezione, rossore locale nel punto dell’iniezione, nausea, sensazione di malessere, ingrossamento dei linfonodi e anafilassi.

Vaccini Covid: quanto sono frequenti gli effetti indesiderati

Passando dalle migliaia di somministrazioni dei vaccini anti Covid durante i test alle milioni di dosi iniettate nella popolazione generale, il dato della frequenza degli effetti indesiderati fa registrare delle differenze.

Lo studio inglese, che ha preso in esame oltre 600 mila somministrazioni dei vaccini di Pfizer-BioNTech e Astrazeneca, ha evidenziato che la frequenza degli eventi avversi è risultata minore rispetto a quanto segnalato negli studi di fase III che hanno condotto all’approvazione dei vaccini.

Non è tutto: sempre secondo lo studio inglese, il rischio di sviluppare la malattia è iniziato a diminuire, per entrambe i vaccini anti Covid, a partire da 12 giorni dopo la prima somministrazione.

Fonte foto: ANSA
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