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TERREMOTI E VULCANI

Scosse di terremoto a Sala Baganza vicino Parma, la più forte di magnitudo 3.5: si teme nuovo sciame sismico

Scosse di terremoto, la più forte di magnitudo 3.5, in provincia di Parma: interessato il comune di Sala Baganza

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

La terra trema ancora. Scosse di terremoto Sala Baganza, vicino Parma, nella mattinata di mercoledì 22 maggio. La più forte di magnitudo 3.5.

La prima scossa di terremoto a Sala Baganza vicino Parma

Il sisma, avvenuto intorno alle ore 10, è stato localizzato dalla sala sismica Ingv-Roma, a una profondità di 44 chilometri. Lo comunica l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Le coordinate geografiche (lat, lon) sono: 44.704010.1670.

I paesi più vicini all’epicentro della scossa, oltre a Sala Baganza, sono Fornovo di Taro e Felino.

La seconda scossa di magnitudo 3.5

Un’altra scossa di terremoto, sempre nella stessa zona, si è verificata invece alle 11:34, lievemente più forte secondo l’Ingv: magnitudo 3.5.

Paura tra i cittadini ma al momento non si segnalano danni.

La zona interessata da continui eventi sismici

Due scosse di terremoto si erano già verificate a Calestano, in provincia di Parma, lo scorso venerdì 23 febbraio.

Entrambe avevano fatto registrare una magnitudo di 3.3 gradi. Durante la stessa giornata, così come nelle settimane precedenti, la zona era già stata interessata da altri eventi sismici minori.

In totale, quasi 250 i terremoti erano infatti stati percepiti nella zona nel corso delle ultime 2 settimane.

Fra le scosse di terremoto più forti, quella a Langhirano il 21 febbraio di magnitudo 3.3 e quella registrata a Calestano, il 20 febbraio, di magnitudo 3.8.

Le parole del presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna

Già in quell’occasione, il presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna, Paride Antolini, aveva spiegato al Resto del Carlino che i numerosi terremoti registrati in quell’area “si posizionano intorno alla faglia del Monte Bosso”.

Si tratta “di una faglia inversa, legata a un movimento dell’Appennino verso nord-est”, aveva sottolineato Antolini.

L’Appennino “si muove ogni anno di circa 1-2 millimetri. E ciò è dovuto a uno scollamento delle strutture tettoniche in profondità”.

Fonte foto: Tuttocitta.it

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