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Prima bambina nata a Lampedusa dopo 51 anni diventa cittadina onoraria: la madre è una migrante

La bambina, nata nel 2021 a Lampedusa, diventerà sabato 4 maggio cittadina onoraria: è la prima nascita sull'isola da 51 anni a oggi

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Un momento atteso per 51 lunghissimi anni: a Lampedusa è finalmente nata una bambina, figlia di una donna migrante, e per decisione del consiglio comunale sarà adesso cittadina onoraria dell’isola. Il conferimento ufficiale dello status avverrà con una cerimonia prevista sabato 4 maggio. Maria, che oggi ha 2 anni e mezzo, ha visto la luce nell’ambulatorio del Pte da madre di nazionalità ivoriana, una delle tante donne salvate dal mare e con l’isola delle Pelagie, in qualche modo, nel proprio destino.

Maria, la bambina nata a Lampedusa: sarà cittadina onoraria

La piccola Maria è nata il 31 luglio 2021 a Lampedusa: un evento che non si verificava da ben 51 anni.

Adesso l’amministrazione locale ha deciso di celebrare la bimba e l’avvenimento, conferendole la cittadinanza onoraria, alla presenza del vice prefetto Carmen Cosentino, per il dipartimento Libertà civili e immigrazione.


In via Roma, a Lampedusa, sorgerà anche un parco giochi intitolato a Maria, la bambina nata sull’isola

Nel contempo alla bambina, che oggi risiede con i genitori a Piana degli Albanesi, sarà riservato un altro riconoscimento dal grande valore simbolico. In via Roma, infatti, presto sarà inaugurato il nuovo parco giochi, che porterà il suo nome.

La storia della bambina nata a Lampedusa

Maria è venuta alla luce nell’ambulatorio del punto territoriale d’emergenza (Pte). Rita, donna ivoriana di 38 anni e madre di due gemelli, si trovava nel gruppo di migranti salvati e sbarcati poco prima a molo Favarolo.

All’approdo, la donna è stata trasferita in via precauzionale al poliambulatorio, considerando che si trovava alla fine della propria gestazione.

Il travaglio e il parto con l’infermiera Maria

Una volta giunta in loco, la donna ha cominciato a travagliare, con la necessità di gestire la situazione in tempestività e rendendo di fatto impossibile per lei il trasferimento in una struttura ospedaliera mediante elisoccorso.

Come spesso accade in storie come questa, anche Rita ha trovato il suo “angelo”. Si tratta di Maria Raimondo, infermiera di Corleone, che si trovava in servizio in quel momento nell’ambulatorio.

È stata proprio Maria ad assistere la donna durante le ultime fasi, offrendole sostegno e amore, fino ad aiutarla e assistere alla nascita della piccola.

Probabilmente per la madre è stato naturale, a quel punto, ringraziare l’infermiera in uno dei modi più emozionanti: dando alla neonata il suo stesso nome, Maria. Oggi la sua storia infonde speranza: un raggio di sole nel buio di tante tragedie in mare, che purtroppo hanno come protagoniste tante vittime innocenti.

Fonte foto: iStock

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